Arti marziali, il Vaticano sogna l’Olimpiade

Dopo atletica e ciclismo, Oltretevere anche una nazionale di taekwondo. Monsignor Sanchez: "Andare a Parigi 2024 sarebbe bellissimo"

Migration

di Marco Principini

Altro che oratorio. La Chiesa allarga i suoi orizzonti. E alle tradizionali attività sportive, che ogni parrocchia promuove tra i più vivaci e giovani fedeli, ora affianca addirittura tentazioni olimpiche. Firmate Vaticano. "Se sogniamo il Vaticano alle Olimpiadi di Parigi 2024? I sogni sono belli, si fa sempre bene a sognare. Ma poi bisogna fare i conti con la realtà e ci sono molte questioni che vanno risolte praticamente". Prima di tutte, la nascita del Comitato olimpico vaticano e il successivo riconoscimento del Cio. A dirlo – anzi, a lanciare questo avviso pubblico che lascia comunque aperta ogni strada, anche quella più suggestiva – è monsignor Melchor Sanchez de Toca, direttore del dipartimento cultura e sport del Pontificio Consiglio della cultura, commentando l’ingresso del Vaticano in World taekwondo (la federazione internazionale dell’arte marziale coreana) quale 211° paese membro.

La novità "fa parte di un percorso" di riconoscimento internazionale che già un mese fa aveva visto la sezione di ciclismo accolta all’interno dell’Uci", subito dopo quella di atletica leggera in World Athletics. Prossimamente annunceremo altri accordi, a partire dal padel", rileva Mons. Sanchez, specificando che vedere atleti del Vaticano alle Olimpiadi la strada sarà ancora lunga. "In Vaticano è tutto singolare, tutto si fa con i dovuti adeguamenti – sottolinea il prelato –. Il primo obiettivo è portare attraverso lo sport il messaggio di Papa Francesco, quello di uno sport inclusivo, attento alle forme di marginalità, esclusione, disabilità".

Stando al responsabile sport della Santa Sede, una partecipazione alle Olimpiadi comporterebbe "risolvere tante questioni: se un giorno si arriverà alla nascita di un Comitato olimpico vaticano, allora servirà il riconoscimento del Cio, ecco perché dico che di passi ce ne sono tanti". "Questa presa d’atto – conclude Sanchez – tuttavia non esclude una presenza simbolica a qualche evento internazionale, magari Europei o Giochi del Mediterraneo. Per adesso però ogni sforzo è concentrato sull’apertura di sezioni vaticane nelle federazioni sportive internazionali". "Siamo lieti di dare il benvenuto ad Athletica Vaticana-Vatican taekwondo nella nostra famiglia – dice il presidente internazionale Chungwon Choue –. Il taekwondo è un linguaggio universale, non importa quale sia la tua religione; da dove vieni o chi sei; siamo tutti uniti attraverso il taekwondo. Con il Vaticano, World taekwondo condivide molti valori comuni e crediamo fortemente nel potere dello sport di promuovere rispetto, amicizia, pace".

"Questo è un giorno storico", commenta il presidente federale Angelo Cito. La Fita già collabora con l’Istituto San Pio X per organizzare corsi di taekwondo per gli studenti del seminario alla fine del 2020 (20 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni). La sezione taekwondo sarà ora inquadrata in Athletica Vaticana, l’associazione sportiva della Santa Sede formata da cittadini e dipendenti vaticani e dai loro familiari di primo grado, desiderosi di cimentarsi nelle varie discipline. Tra loro ci sono, ovviamente, sia sacerdoti che suore. Hai visto mai? Un atleta vaticano o un’atleta vaticana un giorno alle Olimpiadi, e magari anche sul podio. Sarebbe una rivoluzione.