Organizzazione inondava Roma di droga: 51 arresti. Il capo era Diabolik

Piscitelli al vertice insieme al broker Fiabetti che diceva: "...La devo dà a tutta Roma". Una batteria di 'picchiatori' usata per recuperare i soldi di chi non pagava

Un fermo immagine tratto da un video della Finanza (Ansa)

Un fermo immagine tratto da un video della Finanza (Ansa)

Roma, 28 novembre 2019 - L'operazione 'Grande Raccordo criminale' ha permesso di sgominare dalla Guardia di Finanza un'organizzazione capace di inondare Roma di droga, della quale faceva parte anche una 'batteria' di picchiatori utilizzata per recuperare i soldi da chi non pagava. Le indagini coordinate dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino e dal pm Nadia Plastina hanno portato all'emissione di 51 misure cautelari da parte del Gip. Tra gli indagati risulta anche Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio noto come Diabolik e ucciso il 7 agosto scorso a Roma, secondo i finanzieri capo della banda insieme al broker Fabrizio Fabietti. Quest'ultimo, nelle intercettazioni diceva: "...La devo dà a tutta Roma...", rappresentando per gli inquirenti l'influenza esercitata dal gruppo criminale sul mercato della Capitale. 

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Piscitelli era invece figura di riferimento nel "controllo" del territorio, nonché di garanzia e affidabilità dell'associazione, che si avvantaggiava della sua leadership. Piscitelli, assassinato nell'agosto scorso con un colpo di pistola, "godeva, infatti, di un un particolare riconoscimento nella malavita" e operava avvalendosi di soggetti, alcuni dei quali coinvolti anche in questa associazione per delinquere. Tra questi ci sono anche gli ultras della Lazio Ettore Abramo, conosciuto come "Pluto", 53 anni; Aniello Marotta, 43 anni; e Alessandro Telich, 32 anni. 

Sono oltre 400 i finanzieri che hanno eseguito gli arresti tra il Lazio, la Calabria e la Sicilia. L'organizzazione di narcotrafficanti, secondo quanto accertato dalle indagini, era in grado di rifornire la maggior parte delle piazze di spaccio in diversi quartieri della capitale. Ma non solo, all'interno dell'associazione c'era un gruppo di soggetti che aveva un compito specifico: recuperare i crediti dovuti per l'acquisto della droga. Compito che gli arrestati mettevano in pratica con una serie di estorsioni, pestaggi e violenze. Dei 51 provvedimenti emessi dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, cinquanta sono misure cautelari in carcere mentre nei confronti di una persona sono stati disposti gli arresti domiciliari.