Martedì 23 Aprile 2024

Arrestato per camorra e usura È il fratello della senatrice Cirinnà

La parlamentare Pd: "Amarezza e tanto dolore Speravo si fosse messo sulla giusta strada"

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Tra le persone finite in carcere nell’operazione che ha decapitato il clan camorristico dei Senese, attivo da anni a Roma, c’è anche Claudio Cirinnà, 54 anni, fratello della parlamentare del Pd, Monica Cirinnà. In passato Cirinnà era rimasto coinvolto in una indagine che riguardava un traffico di carburante. Nei confronti di Cirinnà la Procura di Roma contesta i reati di usura, estorsione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo quanto accertato dagli inquirenti l’arrestato non avrebbe legami diretti con il clan Senese ma, sostanzialmente, prestava somme di denaro a soggetti che, a loro volta, erano vittime di usura da parte del clan. Nell’operazione di ieri è coinvolto anche il figlio di Cirinnà, Riccardo di 26 anni, agli arresti domiciliari.

"Apprendo con amarezza e dolore da notizie di agenzia che mio fratello sarebbe coinvolto in un’inchiesta giudiziaria - scrive sul suo sito la senatrice del Pd - So pochissimo della sua vita travagliata, benché abbia sempre cercato di aiutarlo a mettere sulla giusta via la propria esistenza. Il fatto che avesse accolto in casa nostro il padre novantenne mi aveva fatto sperare in un ravvedimento. Se così non fosse ne sarei addolorata e profondamente delusa. Mi auguro che la sua posizione venga chiarita al più presto".

In totale, sono 28 le misure cautelari, di cui 16 in carcere, che hanno, di fatto, decapitato l’organizzazione criminale guidata da Michele Senese, detto "ò pazz", boss indiscusso. Un capoclan che, sebbene in carcere da anni perché accusato di essere il mandante dell’omicidio Carlino del 2001, continuava a comandare l’attività attraverso pizzini che recapitava al figlio Vincenzo nelle scarpe. L’indagine della Dda svolta da Guardia di finanza e Squadra mobile, ha portato all’arresto anche del fratello del boss, Angelo Senese, del figlio di Michele, Vincenzo e della moglie del boss Raffaella Gaglione. Sono "ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di estorsione, usura, riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso".