di Giovanni Rossi Un altro miliardo di dollari di armamenti sarà offerto dagli Stati Uniti all’Ucraina. Anticipata dalla Cnn, la notizia del nuovo maxi rifornimento bellico diventa subito ufficiale. La telefonata del presidente Joe Biden è generosa e solidale. "Ho informato il presidente Zelensky che gli Stati Uniti provvederanno a un altro miliardo di dollari in assistenza sulla sicurezza, incluse artiglieria e armi di difesa, così come munizioni per artiglieria e sistemi missilistici avanzati di cui gli ucraini hanno bisogno per portare avanti le loro operazioni difensive nel Donbass". Ma se è chiaro a tutti che gli ucraini si stanno difendendo, è meno chiaro se le forniture di artiglieria in arrivo da Washington abbiano gittate potenzialmente in grado di colpire obiettivi russi oltre la frontiera. È una questione sostanziale che la nota della Casa Bianca volutamente non scioglie, anche se agli analisti militari l’up-grade tecnologico appare ormai evidente. La sola ipotesi – di fatto non più tale – fa infuriare da settimane il Cremlino, pronto a trasformarla in pretesto di aggressioni indirette Nato aumentando così il rischio di escalation. Lo si evince alla foga con cui il ministero della Difesa russo sottolinea la distruzione con missili Kalibr di "un deposito di munizioni e armi straniere fornite all’Ucraina dai paesi Nato" (vicino a Leopoli). Ma il riarmo di Kiev per evitare ulteriori cedimenti in Donbass trova generose sponde anche tra altri membri dell’alleanza, come riferisce a Bruxelles il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, al termine del gruppo di contatto sull’Ucraina. "Voglio ringraziare Berlino perché fornirà a Kiev sistemi lanciarazzi multipli; la Slovacchia per gli elicotteri; Olanda, Polonia e Canada per nuovi pezzi di artiglieria", dichiara il capo del Pentagono. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, accusa la Russia di guardare oltre il Donbass. "Gli obiettivi di Putin vanno oltre l’Ucraina. Nelle sue ...
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