Martedì 16 Aprile 2024

Il nostro povero esercito. Tank vecchi, pochi missili. E soldati troppo anziani

Va rinnovata la classe dei sottoufficiali, decisiva per il buon funzionamento delle forze armate. Il direttore della Rivista Italiana Difesa: i corazzati sono meno di quelli che servirebbero

Roma, 22 marzo 2023 - La coperta è corta. E la guerra di aggressione russa ci ha fatto scoprire che le forze armate italiane hanno bisogno di più risorse per far fronte all’accresciuta minaccia di un conflitto di lunga durata e ad alta intensità come quello in Ucraina. Tra le emergenze, quella dell’addestramento al combattimento (nel 2020 solo il 20% dei 95mila uomini ha fatto addestramento bellico e un altro 20% ha partecipato a missioni all’estero o alla missione ‘Strade sicure’) e la necessità di ringiovanire la (decisiva) classe dei sottufficiali. "La prima emergenza – osserva Piero Batacchi di Rivista Italiana Difesa – è quella della spesa per l’esercizio, e cioè per il mantenimento in efficienza dei mezzi, le scorte e l’addestramento. Questo è un problema grave. Ad esempio le scorte di munizionamento, questione comune ad altri Paesi europei, sono oggi inadeguate. E poi c’è il tallone d’Achille delle forze corazzate, che sono meno di quelle che servirebbero". Molte di meno.

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A fronte dei 200 carri pesanti Ariete ne stiamo riqualificando 125 ma oggi operativi – segreto di Pulcinella – sono meno di cinquanta. In prospettiva servirebbero 125 Leopard 2 A7, che però a oggi non ci sono. Grave anche la questione degli obsoleti Dardo – veicoli da combattimento fanteria pesante – dei quali ne sono rimasti 200 a che andrebbero sostituiti con 400 (ma il programma Aics parla di 679 unità) Linx tedeschi (più potenti) o i CV90 svedesi. Ma ancora non si è deciso. Superate anche le blindo Centauro, che andrebbero sostituite con 150 Centauro 2 e mancano moderni veicoli blindati anfibi. Buone le armi individuali – il deficit degli anni ’70-’90 è stato superato – servono più obici e lanciarazzi multipli, droni suicidi (loitering munitions), droni d’attacco e da osservazione e – relativamente inadeguati i Panzerfaust 3, dismessi i Tow e superati i Milan – servono più missili anticarro moderni come gli israeliani Spike, dei quali ne abbiamo solo un centinaio. Vanno poi sostituite le Lince, mezzo valido ma vecchio di 20 anni: ne servono 1.600 del modello Lince 2. Essenziale anche dare un successore al satellite di comunicazioni Sicral 13, che è nel 2023 a fine vita operativa. Per sostituire in prospettiva gli elicotteri d’attacco Mangusta c’è poi il programma AV249.

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E veniamo alla componente aerea. L’Aeronautica ha oggi 196 aerei da combattimento: 96 Eurofighter Thyphoon, 58 Tornado, 24 Amx e 15 F35 (più altri 3 della Marina Militare) e chiede di ripristinare l’originale numero degli F35 (che Monti tagliò da 131 a 90). Per il momento la Difesa ha firmato in contratto per altri diciotto F35. Servirebbero poi altri 8 Gulfstream da guerra elettronica (ne abbiamo 2) e per i Thyphoon l’aeronautica vorrebbe i missili antinave Marte R. A protezione delle basi aeree dovrebbero invece arrivare 5 sistemi missilistici Samp T (l’Esercito ne ha altrettanti). Sullo sfondo c’è il (costoso) programma Tempest per il caccia di sesta generazione.

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La Marina nel 2024 avrà operativa la portaeromobili d’assalto anfibio Trieste (che nel 2024 consentirà di dismettere la Garibaldi) che opererà con la portaerei Cavour: a bordo avranno fino a 30 F35B (15 dei quali dell’Aeronautica 15 della Marina, con quest’ultima che chiede di raddoppiare la propria quota). Sono poi stati avviati gli studi per una nuova classe di cacciatorpediniere che dovrà sostituire i due classe Ammiragli e affiancare i due Orizzonte (per i quali sono stati stanziati fondi per l’ammodernamento di mezza vita). A esse si affiancheranno due nuove fregate classe Bergamini – previste per il 2025 – in sostituzione di altrettante cedute recentemente all’Egitto, portando così il totale a 10 unità come previsto dai piani di acquisizione. Entro il 2035 la Marina Militare (se arriveranno glo stanziamenti...) vedrà poi l’ingresso in servizio di nuove unità per la guerra anfibia: le Lpd andranno a sostituire le classe San Giorgio, varate tra il 1987 e il 1993.

Saranno cinque i nuovi pattugliatori d’altura della classe Thaon di Revel che si aggiungeranno ai due già consegnati alla forza armata quest’anno, per un totale di sette. È stato varato anche un piano di acquisto per 12 nuove unità contromisure mine per un valore totale di 2,8 miliardi di euro da completarsi entro il 2031, andando a porre rimedio a una lacuna della nostra flotta. Da risolvere anche la capacità Asw (Anti Submarine Warfare). Attualmente, al di là delle classe Bergamini versione antisom (quattro unità), la nostra capacità aerea per la guerra sottomarina è limitata solo all’attività di scoperta e tracciamento: i P-72A che hanno sostituito gli Atlantic dell’Aeronautica Militare sono disarmati. Servono o C27 antsom o P1 o P8 Poseidon. E questa lista dei desiderata è parziale. In buona sostanza, grazie a Putin, alla Difesa serve una montagna di soldi.