Venerdì 19 Aprile 2024

Apre l’outlet del Vaticano, la Chiesa punta sul lusso. Ma i cardinali sono divisi

Il centro commerciale ospiterà negozi di famosi brand

Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 65 anni, avrebbe avallato il progetto

Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 65 anni, avrebbe avallato il progetto

L’immagine forse non corrisponde esattamente a quella di una "Chiesa povera e per i poveri", tanto caldeggiata da papa Francesco, ma non si sono avute molte esitazioni. Quando si è trattato di elaborare nome e logo nel nuovo shopping center d’alta gamma in apertura a Roma in un’area facente capo alla Santa Sede e utilizzare la silhouette della Basilica di San Pietro con tanto di Colonnato del Bernini, sopra un nome che non lascia adito a dubbi: Vatican Mall, letteralmente 'Centro Commerciale Vaticano'. Che ci si trovi in ambito d’Oltretevere ed extra-territoriale – tanto che i prodotti in vendita, che contemplano "solo i migliori brand nazionali e internazionali", sono garantiti "tax free" – lo indica il fatto che l’area fa parte del complesso della Pontificia Università Urbaniana, di proprietà dell’ex congregazione di Propaganda Fide, sui declivi che conducono al Gianicolo.

Tra chi ha avallato l’ambizioso progetto ci sarebbe proprio il gran cancelliere dell’Urbaniana, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, che è anche presidente di Caritas Internationalis e fino allo scorso giugno prefetto appunto di Propaganda Fide, Dicastero che con la riforma della Curia è stato poi assorbito da quello più ampio "per l’Evangelizzazione", presieduto niente meno che dal Papa. Sull’opportunità di dare vita a una simile iniziativa, naturalmente in Vaticano non sono mancate le opinioni contrarie. Molti i malumori, anche se, come spesso capita tra le Mura Leonine, non si ha molta voglia di parlarne. "Solo qualche anno fa c’era stato chi storceva il naso perché locali appartenenti alla Sede apostolica, in via del Mascherino e della Conciliazione, erano stati affittati ad attività come McDonald’s o l’Hard Rock Café – sussurra un monsignore –. Ma qui siamo molto oltre. Cosa c’entra il Vaticano con la vendita di prodotti di lusso? E mettendo in gioco persino il nostro ‘marchio di fabbrica’? Certo, però, che le finanze della Santa Sede sono talmente in crisi che, per fare cassa, alla fine va bene anche il Vatican Mall".

Il profilo della nuova struttura "nel centro del mondo", "una location unica con affaccio diretto su Piazza San Pietro", si legge nel sito. Le 57 boutique "ospiteranno selezionati brand made in Italy e internazionali, con un forte spirito creativo e artigianale. Abbigliamento, accessori, calzature, gioielleria, creazioni per la casa, cosmesi fino all’enogastronomia presente nella food hall". Per quanto riguarda la ristorazione, "La food hall con oltre 600 mq dedicati è stata progettata per essere al centro di un’esperienza di acquisto integrata e memorabile". Vatican Mall ospiterà anche "eventi culturali e mostre d’arte". E trattandosi di Vaticano non mancano le finalità benefiche e la "charity", che è "l’attitudine di Vatican Mall, lo spirito per costruire un ponte verso gli altri, con azioni di sostegno concreto e continuativo verso istituzioni sanitarie ed umanitarie e un’attenzione particolare per il sociale". Gli orari d’apertura previsti dalla società di gestione Gasak Srl, tutti i giorni, quindi anche la domenica, dalle 10 alle 23. Chiusure solo a Natale, Santo Stefano e Capodanno.