Martedì 23 Aprile 2024

Apple ci spia A fin di bene, ma è discutibile

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Giancarlo

Ricci

Apple ha annunciato che con i prossimi aggiornamenti dei suoi sistemi operativi introdurrà un sistema in grado di individuare le immagini pedopornografiche presenti nei dispositivi mobili venduti dall’azienda negli Stati Uniti. All’annuncio, i gruppi che si occupano di sicurezza dei bambini e le agenzie investigative americane hanno espresso soddisfazione ma la notizia ha preoccupato, e non poco, molti esperti di privacy online che temono che in futuro sistemi simili possano essere usati anche per cercare altri tipi di immagini e dati personali, e magari da governi autoritari per spiare i cittadini. Ora, la domanda, difficilissima, da porsi è questa: per catturare un pedofilo, è giusto mettere a rischio la privatezza dei dati di milioni di altri individui? Combattere la pedopornografia è cosa buona e giusta, ma forse lasciare che un software “scartabelli” tutti i file presenti nel nostro telefono lede il nostro diritto alla riservatezza. Il telefonino è ormai la cassaforte della nostra vita. Apple garantisce che questo sistema "ha una probabilità di errore pari a uno su un miliardo di miliardi". Anche volendo crederci rimane una forte convinzione: questa notizia rende un po’ meno credibile il capo di Apple Tim Cook. Quando tornerà a dirci che la riservatezza dei nostri dati e delle comunicazioni è un diritto inalienabile, avremo un po’ meno fiducia. E perdere la fiducia dei consumatori non è la miglior scelta strategica per un’azienda che ha basato il suo successo proprio su questo.