Chiara Appendino condannata per piazza San Carlo

Un anno e sei mesi alla sindaca di Torino per la calca mortale durante la finale di Champions League del 2017 tra Juventus e Real Madrid. Condannato anche l'ex questore Sanna. I riflessi sulla sua carriera politica. Lei: "Segnata da questa tragedia"

La sindaca di Torino, Chiara Appendino (Ansa)

La sindaca di Torino, Chiara Appendino (Ansa)

Torino, 27 gennaio 2021 - La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata oggi a un anno e sei mesi di reclusione (con i benefici di legge) per la calca che si scatenò in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno del 2017 durante la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus, che provocò la morte di due persone (Erika Pioletti e Marisa Amato) il ferimento di altre 1.690. Assieme alla sindaca sono stati condannati alla stessa pena anche Angelo Sanna, Paola Giordana, Maurizio Montagnese e Enrico Bertoletti. La sindaca commenta: "E' una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto".

Cosa successe

Piazza San Carlo, indagata Appendino

All'origine del caos, quattro ragazzi, già condannati in via definitiva a oltre dieci anni di carcere, che spruzzarono dello spray urticante per rubare degli effetti personali. Come ricostruito dagli inquirenti, infatti, alcuni rapinatori spruzzarono dello spray al peperoncino tra la folla, provocando un fuggi fuggi generale. Molti dei presenti, in larga parte giovani, persero le scarpe, le borse, gli smartphone e cadendo sbatterono contro il tappeto di vetro creatosi con i cocci delle bottiglie vendute dagli ambulanti abusivi. La ferita più grave, Erika Pioletti, 38 anni, in piazza per vedere la partita insieme al compagno, morirà in ospedale dopo dodici giorni di agonia. La seconda vittima è la 65enne Marisa Amato, rimasta paralizzata e morta il 25 gennaio 2019.

Le accuse

L'udienza del processo per i fatti di piazza San Carlo a Torino (Ansa)

La sindaca Chiara Appendino, l'ex questore Angelo Sanna, il dirigente di Turismo Torino cui spettò l'organizzazione dell'evento, Maurizio Montagnese, l'ex capo di gabinetto del Comune, Paolo Giordana, e Enrico Bertoletti, che si occupò di parte della progettazione avevano tutti scelto il rito abbreviato. L'accusa era di disastro, omicidio e lesioni colposi.

Sempre per quella serata, altri nove rappresentanti del Comune e delle forze dell'ordine, saranno invece giudicati con rito ordinario. Per Appendino il procuratore Vincenzo Pacileo, aveva chiesto un anno e otto mesi, per Giordana 2 anni, per Montagnese 1 anno e 7 mesi, per Sanna 1 anno e 8 mesi e Bertoletti 3 anni e 6 mesi.

I riflessi politici

Appendino è già stata condannata in primo grado per il caso Ream e questa seconda condanna per disastro, omicidio e lesioni colpose (peraltro solo in primo grado per ora, va sottolinerato) potrebbe spegnere definitivamente la sua ambizione di una carriera politica a Roma, dopo l'annuncio che non avrebbe corso alle prossime comunali di Torino per un secondo mandato da sindaca e l'autosospensione dai Cinquestelle, quando fu condannata in primo grado per il caso Ream.

Le parole della sindaca

In un lungo post su Facebook Appendino, che si dice "amareggiata", commenta la condanna sottolineando di non avere intenzione di sottrarsi alle responsabilità, ma "è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori. Sul difficile ruolo dei sindaci forse andrebbe aperta una sana discussione". E conclude dicendosi "fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio". E ancora: "Questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me".