Giovedì 25 Aprile 2024

Appello per Ratzinger "È molto malato, preghiamo tutti" E Francesco corre da lui

Il pontefice chiude l’udienza con un pensiero speciale per Benedetto. La sala stampa vaticana: "Aggravamento nelle ultime ore". Si trova nell’ex convento dove si era ritirato dopo le dimissioni

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di Nina Fabrizio

Un cardinale molto vicino all’entourage di Joseph Ratzinger a tarda sera confida: "Sì, io credo che è sulla via…". È stato del resto uno choc collettivo quando ieri mattina, al termine dell’udienza generale, al momento conclusivo dei saluti finali, papa Francesco, con grande sorpresa dell’uditorio, ha chiesto a tutti i fedeli di pregare per Benedetto XVI, il 95enne Papa Emerito. "Dite una preghiera speciale perché è molto ammalato", chiedendo "al Signore che lo consoli, e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine". Sono bastate queste poche parole a far scattare apprensione ed allarme, fuori e dentro il Vaticano.

Mentre Francesco, lasciata l’aula Paolo VI, si dirigeva lui stesso sulla sommità dei Giardini vaticani al Monastero Mater ecclesiae – dove Ratzinger vive accudito dalle quattro memores domini e dal fido segretario personale monsignor Georg Gaenswein dal maggio del 2013 –, per un saluto, forse l’ultimo, al suo predecessore sul soglio petrino, la sala stampa vaticana emetteva il solito comunicato scarno, significativo tuttavia per l’ammissione della gravità della situazione. "Posso confermare che nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età. La situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici", dichiarava il portavoce Matteo Bruni. Non un particolare quindi, non un dettaglio sulla cartella clinica del Pontefice emerito il cui peggioramento negli anni è stato comunque importante, prima limitandolo nella deambulazione aiutata da un girello e poi dalla sedia a rotelle; poi con la progressiva cecità di un occhio, infine più di recente persino con la perdita delle funzioni delle corde vocali costringendolo a una triste afonia.

Dall’entourage di Ratzinger trapelano preoccupazione e tensione, qualcuno dice che potrebbe non durare oltre questa domenica, qualcun altro confida ancora in una ripresa. Assicurano che sia cosciente ma di certo Francesco, precipitandosi a fargli visita, lo ha trovato già allettato, incapace ormai di raggiungere la poltrona dello studio dove era solito trascorrere la giornata da quando non riusciva a concedersi più nemmeno la usuale passeggiata delle 17 per la preghiera del rosario davanti alla Riproduzione della Grotta di Lourdes.

L’aggravamento ci sarebbe stato già nei giorni di Natale, per lui alla Vigilia solo una messa celebrata in casa. Poi un ulteriore peggioramento con crisi respiratorie. Da ieri si moltiplicano le voci ecclesiali di tutto il mondo che si stringono attorno al primo Papa dimissionario dell’era moderna, da quella del cardinale Zuppi, a quella dei vescovi della ‘sua’ Germania, all’arcivescovo di Westminster, passando per l’austriaco Schoenborn. Nessun commento ufficiale invece dall’uomo a lui più vicino, monsignor Gaenswein, frettolosamente rientrato da alcuni giorni di congedo per le festività natalizie. In fondo, anche il suo fidatissimo segretario, testimone di tutto il suo pontificato con vicende come il tradimento dell’ex maggiordomo Paolo Gabriele, sa che le parole che Benedetto vorrebbe usare per congedarsi dal mondo sono quelle vergate due anni fa quando fu accusato di aver coperto un orco pedofilo: "L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte".