Giovedì 25 Aprile 2024

Appello dagli Usa: Pechino tenti di mediare

Non c’è ancora una data ufficiale, ma Vladimir Putin ha accettato l’invito a recarsi in Turchia per discutere della crisi ucraina lanciatogli da Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco cerca insistentemente un ruolo da mediatore nello scontro tra Mosca e Kiev e ultimamente pare volersi mostrare più vicino all’Occidente, rischiando di compromettere il rapporto costruito faticosamente con l’omologo russo. Dopo avere provato, senza riuscirci, a organizzare un incontro ad Ankara tra il leader del Cremlino e il presidente ucraino Zelensky, Erdogan ha annunciato che si recherà a Kiev. L’incontro con Zelensky è atteso per il 3 febbraio, mentre Mosca ha fatto sapere che la data del viaggio di Putin ad Ankara sarà decisa solo dopo il suo ritorno dalle Olimpiadi invernali di Pechino.

Erdogan continua a dire che Ankara non vuole vedere le tensioni trasformarsi in un conflitto, ma nello stesso tempo ha ribadito che non riconoscerà mai l’annessione russa della Crimea, definendo "alcune delle richieste" di Mosca "inaccettabili". Un’invasione dell’Ucraina "non sarebbe una mossa saggia per la Russia", ha avvertito Erdogan, promettendo fedeltà "senza esitazione" all’Alleanza Atlantica. Affermazioni che si inseriscono in un contesto di relazioni complesse con la Russia di Putin, con cui la Turchia ha già attraversato una crisi profonda tra il 2015 e il 2016.

Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Cina di usare la sua influenza sulla Russia per scoraggiare un’invasione dell’Ucraina. "Se ci fosse un conflitto, non andrebbe bene nemmeno alla Cina", ha dichiarato Victoria Nuland, sottosegretario di Stato Usa per gli Affari Politici. Un eventuale conflitto "avrebbe un impatto importante sull’economia mondiale" e in particolare "in campo energetico".