Martedì 23 Aprile 2024

Aperture al palo Ma Bologna ha fiducia

Il commercio, dopo gli anni difficili della pandemia e a conflitto tra Russia e Ucraina in corso, ora ha voglia di ripartenza. "Ci aspettiamo un 2023 positivo, ancora meglio delle previsioni che parlavano di ripresa solo dal 2024 in poi", afferma Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom Bologna. Il 2022 si è chiuso con un totale di 20.815 esercizi commerciali presenti in città e provincia, contro i 21.317 dell’anno precedente.

Gli esercizi dedicati al turismo (non solo alberghi, ma anche ristoranti, pizzerie, pub e bistrot) erano 7.408 contro i 7.526 del 2021. "Fino al 2019 – spiega Tonelli – c’è stata una grande crescita delle attività commerciali, di servizi e turismo. Il Covid ha poi colpito i nostri mondi, toccati in maniera forte dalle difficoltà e dalle chiusure a singhiozzo. Alcune attività sono cessate o non hanno aperto perché, anche in un territorio fortemente in crescita come il nostro, tutti coloro che potevano essere interessati ad aprire una nuova attività, sono rimasti fermi a capire cosa sarebbe successo. Nel 2022, anno in cui si iniziava a notare una ripresa in maniera consistente, c’è stata poi la guerra che ha portato, come sappiamo, all’aumento generalizzato dei costi". I primi due mesi del 2023, però, sono stati molto positivi per gli esercizi commerciali: "Anche grazie ai saldi invernali, si è registrata una crescita pari al 10% dei fatturati delle nostre attività. Man mano che si va verso la primavera ci aspettiamo un grande ritorno dei turisti, grazie ai ponti".

A giocare a favore degli esercenti è anche il Decreto Unesco, il regolamento comunale adottato nel 2019 che vieta l’insediamento di nuove attività commerciali del settore alimentare, di internet point, money change, phone center e a "compro oro" in centro, a meno che non siano subentri o progetti speciali approvati dal Comune.

Matilde Gravili