Martedì 23 Aprile 2024

Anziani, malconci e artisti della gaffe. La tragicomica sfida tra Biden e Trump

I due contendenti per la Casa Bianca secondo medici e analisti offrono poche garanzie sulla loro tenuta psico-fisica

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Tempi difficili per i sovranisti. Anche in America, stando ai sondaggi. Ma con una differenza rispetto all’Europa: l’alternativa. Quella a Trump, repubblicano, si chiama Joe Biden, democratico. E il problema di Biden non è la piattaforma elettorale spostata a sinistra per avere l’appoggio di Bernie Sanders. È la salute. In primo luogo è la sua "cognitive capacity", come si esprime Mark Thiessen sul Washington Post, che pure è ferocemente antitrumpiano. Ha avuto due aneurismi al cervello, trombosi, embolie polmonari, disturbi gastrici. Ha 77 anni. È più vecchio di Reagan quando lasciò la Casa Bianca forse già con l’Alzheimer. Viaggi rari e brevi. Non accetta domande. Se parla in pubblico, legge dal teleprompter.

Determinante per Biden sarà la scelta del vice, anzi della vice. Si presume che sarà una donna e di colore. Toccherebbe a lei governare se Biden non ce la facesse. Accadde a Truman, che prese il posto di Roosevelt, a Johnson, che prese il posto di Kennedy, a Ford, che prese il posto di Nixon. Il che moltiplica l’ansia. Non solo perché – come si usa dire – il presidente degli Stati Uniti è l’uomo più potente del mondo, ma perché America e Europa sono nel bel mezzo di una guerra di sopravvivenza. Questo maledetto virus ha colpito la nostra salute, le nostre economie e anche gli equilibri politici.

Trump negli Usa, Bolsonaro in Brasile, Johnson nel Regno Unito apparivano imbattibili. Poi la pandemia ha riportato a galla i leader degli establishment. Negli Stati Uniti si voterà il 3 novembre. E mai da Franklin D. Roosevelt in poi (quarta elezione, 1944) due candidati sono apparsi tanto poco amati e divisivi. Di Trump ormai si sa tutto. Anche la sua salute scricchiola e i dubbi sulla tenuta psico-fisica (già avanzati durante la corsa del 2016), dopo alcune immagini in cui lo si è visto tremare visibilmente, sono aumentati.

Erratico, bugiardo, sopravvissuto all’impeachment della Camera solo grazie al proscioglimento del Senato. Esattamente come Clinton nel 1999. Poi c’è la sfortuna: sino a febbraio l’America andava a gonfie vele. Esplosa la pandemia, il presidente, che ha 74 primavere, ha dato l’impressione di essersi fatto sorprendere. Più o meno come Roosevelt quando il 7 dicembre 1941 i giapponesi distrussero la flotta americana a Pearl Harbor. Ma Trump non ha voluto strangolare l’economia, anche se i lockdown non dipendono dal governo federale. Dipendono dai governi dei 50 Stati, ognuno con la propria guardia nazionale. Dipendono dai sindaci cui fa capo la polizia. Un presidente, dicono i critici, deve dare linee guida. E queste sono state sopraffatte dalla confusione, dai litigi con Fauci, dal rifiuto, seppur simbolico, delle mascherine. Tuttavia la colpa maggiore sta nei tempi e non nelle cause.

La pandemia, la disoccupazione, le violenze razziali sono avvenute "under his watch", sotto il suo turno di guardia. E così una rielezione certa diventa una sconfitta possibile.

Quanto a Biden la sua strategia è chiara: fare delle elezioni un referendum. Su Trump. Deve catturare i moderati. Per ora sembra riuscirci, a dispetto del radicalismo degli antitrumpiani viscerali. Ma deve guardarsi dalle speculazioni sulla sua lucidità. E al di là delle speculazioni ci sono le gaffe. Eccone alcune recenti: "Sono candidato al Senato (e non per la presidenza, ndr)". "Spero di ricatturare la Camera (che è già democratica, ndr)". "A Parigi ho discusso di inquinamento con Deng Xiaoping (morto nel 1997, ndr)". "L’uso delle armi ha causato 150 milioni di morti (metà della popolazione americana, ndr)". Ma anche Trump, che ha confuso l’11 settembre con una catena di supermercati, quando si parla di brutte figure, è secondo a pochi: "Sto costruendo un muro in Colorado – ha detto solo pochi mesi fa – per fermare i messicani (Stato che confina con il Texas, ndr)" La salute di un presidente è importante. Sia quella fisica che quella mentale. Roosevelt nel 1944 rivinse. Ma era stanco e sulla sedia a rotelle. A Yalta se ne videro le conseguenze. Da allora per un presidente al massimo due mandati.