Anziana uccisa in casa: omicidio di famiglia "Organizzato dalla figlia, il killer è il nipote"

Svolta nel giallo della 78enne trovata morta la vigilia di Natale. Arrestati i parenti stretti, l’agguato dopo i continui litigi

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di Paola Pagnanelli

Arianna Orazi e il figlio Enea Simonetti sono stati arrestati all’alba di ieri, con l’accusa di aver ucciso quella che era per lei la madre e per lui la nonna, la 78enne Rosina Carsetti, il pomeriggio della vigilia di Natale nella villetta di Montecassiano, alle porte di Macerata. Arianna sarebbe stata – per l’accusa -la regista del delitto premeditato già da giorni, ed Enea l’esecutore. Unico movente sono i rapporti deteriorati con l’anziana. Numerose e pesanti le prove raccolte dai carabinieri contro di loro, già a partire della notte del 24. "In caserma – ha spiegato ieri il procuratore capo Giovanni Giorgio – Enea a un certo punto ha detto che non era vero che c’era stato un rapinatore in casa loro, come avevano detto la madre e il nonno. Ha detto che mentre lui era fuori c’era stato un incidente tra sua nonna e sua madre, per via dei loro rapporti deteriorati. Lui non aveva voluto sapere i dettagli. La madre gli aveva chiesto di dire che c’era stato un rapinatore, e lui aveva accettato perché sua madre e suo nonno sono le uniche persone a cui vuole bene". Dopo aver dichiarato questo, Enea aveva di nuovo ritrattato. Ma intanto erano già partite sui familiari le intercettazioni telefoniche. Così sono stati ricostruiti i colloqui tra i familiari. "Arianna ha detto di aver fatto tre errori: di non aver addormentato i cani, di aver messo nell’auto i soldi che in teoria avrebbe dovuto prendere il rapinatore, trovati dai carabinieri, e di non aver suggerito al figlio di dire di essersi trattenuto sotto casa prima di entrare e liberarli".

Anche dall’analisi di cellulari e computer procura e carabinieri hanno estratto numerose e importanti informazioni. Ad esempio che le telefonate di Rosina erano registrate, cosa che ha fatto sapere ai familiari che si era rivolta a un centro antiviolenza e che avrebbe incontrato un avvocato, il 29 dicembre. È stata recuperata una chat su Instagram tra madre e figlio, nella quale lei il 16 dicembre parla di un piano che aveva preparato, piano che, per l’accusa, sarebbe quello di uccidere l’anziana. Ancora, è stato scoperto che Arianna aveva cercato online molti dettagli sull’omicidio della pittrice anconetana Renata Rapposelli, soffocata dal figlio con la complicità dell’ex marito. L’analisi dei cellulari ha svelato anche altre incongruenze nella versione dei familiari: Enea Simonetti infatti sarebbe tornato a casa solo sei minuti prima della chiamata ai carabinieri, troppo poco tempo per entrare, lavarsi le mani, trovare madre e nonno legati, liberarli, scoprire che la nonna era morta. La tesi della rapina non aveva mai convinto gli inquirenti.

"Fin dall’inizio – ha spiegato il colonnello Nicola Candido, comandante provinciale dell’Arma - avevamo visto che non c’erano segni di scasso, che le versioni dei tre indagati erano lacunose e contraddittorie. E poi avevamo notato che nessuno di loro si preoccupava di spendere una parola sulla anziana uccisa, su una congiunta stretta". Per il marito di Rosina, pur ritenuto coinvolto nella vicenda, non si è ritenuta necessaria alcuna misura cautelare.