Anomalie dell’estate rovente: ghiacciai sciolti e nubifragi, ma Po e campi sono a secco

Piogge paurose sulle Alpi, ma la portata del grande fiume scende e il mare risale. Fondono i ghiacciai, ma in pianura c'è rischio siccità

Emergenza siccità, il fiume Po in secca

Emergenza siccità, il fiume Po in secca

Dalla montagna al mare. L’estate torrida non risparmia alcun angolo del Paese. È un’emergenza climatica che dal ghiacciaio della Marmolada, dai giorni del distacco e della tragedia, arriva quaggiù, alla foce del Po, il grande fiume che non è più grande. Ridotto, dall’assenza di piogge e da una pianura arroventata, a una sindone. La portata è passata da una media di 1.500 metri cubi al secondo ad appena 170, minimo storico. Con il mare che ha risalito il corso del Po per 40 chilometri. Un disastro salato. Di acqua in acqua, il problema si sposta alla costa adriatica: parametri sballati, presenza di escherichia coli, parti di riviera non balneabili. Mentre il Nord affoga nel fango delle ‘bombe’ dal cielo e dei torrenti che esondano.

I presagi

A febbraio lungo il Po soffiava un vento gelido, ma i segnali c’erano già tutti per capire quello che sarebbe successo. A indicarli, lungo il basamento del ponte a Pontelagoscuro, era Giuliano Poggioli, sessant’anni. Ora dalla sua barca indica la tacca e scuote la testa: "In questo periodo non è mai stato così basso". La secca di Francolino arriva a lambire l’altra sponda. A Pontelagoscuro la gente ha piazzato ombrelloni e lettini trasformando l’argine in uno stabilimento balneare. Siccità record: non si vedeva da settant’anni.

Il grande fiume non c’è più

"La portata del Po è vicina alla drammatica soglia psicologica dei 100 metri cubi al secondo al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro, che ne decreterebbe la fine dell’immagine di grande fiume con tutte le conseguenze soprattutto di carattere ambientale". È la rilevazione dell’Osservatorio Anbi. La risalita del cuneo salino sfiora i 40 chilometri dalla foce del Po di Goro durante l’alta marea "intaccando i prelievi ad uso potabile".

Il sale avanza

Ha il volto scuro Nino Rocchi, imprenditore agricolo, uno dei più grandi produttori di pomodori del Mezzano. Il cuneo salino è arrivato fino a lì. Siamo a 20 chilometri dal mare a Ostellato, ma lo scenario è destinato a peggiorare. Il consorzio bonifica di Ferrara trova tracce di sale in alcuni impianti di irrigazione a Serravalle. L’impianto viene fermato. Il fenomeno mette in allerta anche la fabbrica dell’acqua, consorzio che rifornisce le case di undici comuni. Un’analoga battaglia la combatte Hera, che ha installato una zattera con cinque pompe galleggianti, a Pontelagoscuro, in grado di entrare in azione se il livello del Po scende ancora. La multiutility in provincia di Ferrara gestisce 2.500 chilometri di condutture, una rete acquedottistica che serve 250mila abitanti distribuiti in 11 comuni.

Anche le falde in sofferenza

Mai così basse. A detenere il record è Bologna, subito dopo arriva Ferrara. La mancanza di pioggia è diventata strutturale. E i campi? È stato dato il via alle turnazioni per irrigare lungo alcuni tratti dei canali. La speranza è nelle piogge, i sacerdoti l’hanno invocata anche con una processione a Pilastri di Bondeno. I pescatori di Goro, invece, a causa del calore stanno lottando da giorni contro le alghe giganti che soffocano le vongole.

Le analisi nel mare

Poco oltre la foce del Po, la Riviera scopre dati inattesi sui batteri. Da Goro al Riminese, i numeri non sono confortanti, accentuati dal caldo. Anche la scienza ha dubbi: analisi e controanalisi, il bollettino scuote le spiagge, le imprigiona e le libera. L’industria del turismo però non si ferma. Ma deve fare i conti con un meteo pazzo. Maligno.