Giovedì 18 Aprile 2024

Giustizia militare, il pg De Paolis: "Riforme necessarie e non più dilazionabili"

Inaugurato l'anno giudiziario militare. Il ministro della Difesa Crosetto: "Serve modernizzare la legge penale militare"

Il procuratore Marco De Paolis

Il procuratore Marco De Paolis

Roma, 3 marzo 2023 - Inaugurato il nuovo anno giudiziario militare. Alla cerimonia svolta questa mattina all'Auditorium della Casa Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra, presenti, tra gli altri, il Presidente della Corte militare d'Appello, Dr. Giuseppe Mazzi, il Procuratore Generale Militare presso la Corte Suprema di Cassazione, Dott. Maurizio Block, il Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare d'Appello, Dott. Marco De Paolis.

La giustizia militare "rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la Difesa e il Paese", ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo all'inaugurazione. Il ministro ha rivolto il suo saluto ai rappresentanti dell'Avvocatura e a tutte le autorità militari e civili presenti, tra cui il suo predecessore e oggi presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, sottolineando che la sua presenza di oggi a questo appuntamento e quella di ieri alla seduta del Consiglio della magistratura militare vanno percepite "come un segnale chiaro, inequivocabile della mia attenzione alla realtà della giustizia militare e del mio fermo convincimento che essa rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la Difesa, le forze armate e il Paese". Crosetto ha quindi evidenziato come sia l'appuntamento di ieri che gli incontri avuti finora con rappresentanti della giustizia militare evidenziano "l'esigenza diffusa e non più rinviabile di modernizzare la legge penale militare, sia sotto il profilo sostanziale a tutela degli interessi militari che sotto quello processuale". E ha ribadito di aver assunto "un impegno chiaro", vale a dire "contribuire, attraverso il confronto delle idee, del rispetto dei ruoli, in considerazione delle diverse prospettive, al raggiungimento del risultato di una giustizia che garantisca una tutela effettiva, più efficiente e più celere". Un impegno nella consapevolezza che "le eccellenze e le grandi professionalità che la magistratura militare può vantare" meritano di essere "messe nelle migliori condizioni al fine di poter fornire le risposte più efficaci e più efficienti alla domanda di giustizia militare".

Il ministro della Difesa Guido Crosetto (Imagoeconomica)
Il ministro della Difesa Guido Crosetto (Imagoeconomica)

La magistratura militare svolge il suo servizio "con quella rapidità, speditezza ed efficacia che connota da sempre questa giurisdizione speciale", ma "resta anche quest'anno forte e sentito l'auspicio che si possa addivenire presto alle necessarie e non più dilazionabili riforme". Lo sottolinea il procuratore generale militare di Roma Marco De Paolis, nella sua relazione per l'apertura. "Molto - rileva il pg - potrebbe essere fatto in più dalla magistratura militare se le fosse restituita almeno una parte di quelle competenze che le erano riconosciute in passato; quanto meno quelle che potrebbero evitare le inutili duplicazioni di attività e sovrapposizioni con la magistratura ordinaria oppure quelle che potrebbero sanare le numerose inspiegabili lacune che ancora le impediscono irragionevolmente di occuparsi integralmente, e non solo marginalmente, di quelle materie per le quali essa è stata costituita: e cioè i reati offensivi di interessi militari commessi da appartenenti alle Forze Armate".

Il procuratore De Paolis ha ricordato ancora nella sua relazione che "qualsiasi riforma normativa sui temi di crimini internazionali che hanno a che fare con la guerra non può prescindere dalla Costituzione, che prevede all'articolo 103 una competenza dei tribunali militari che giunge addirittura fino a stabilire la competenza dei tribunali militari anche su reati comuni e anche sugli estranei alle Forze Armate". "L'intensificarsi del conflitto in Ucraina ed il diffondersi di notizie di gravi crimini di guerra commessi sul territorio di quel Paese hanno fatto tornare di attualità problematiche da molti ritenute ormai lontane nel tempo. Nel caso dell'invasione dello stato ucraino da parte dell'esercito della Federazione russa, si è determinato un diretto interessamento delle nazioni dell'Europa occidentale e dunque, di conseguenza, anche degli organi giudiziari di questi Paesi deputati ad occuparsi delle violazioni del diritto penale internazionale". De Paolis, dunque, sottolinea che la Commissione ministeriale istituita al dicastero della Giustizia per la stesura di un Codice dei crimini internazionali è giunta a "conclusioni che non paiono del tutto condivisibili: nonostante che, storicamente, negli ultimi decenni, la materia dei crimini internazionali, dei crimini di guerra e del diritto umanitario internazionale sia stata di quasi esclusiva competenza della magistratura militare attraverso l'applicazione del codice penale militare di guerra - osserva il pg - le conclusioni anzidette appaiono non tener conto dei principi costituzionali di riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice militare su questa materia. Deve, infatti osservarsi come, a ben vedere, tutte le aree tematiche in cui si inserirebbero le nuove figure di 'crimine internazionale', crimini di guerra, crimini contro l'umanità, aggressione e genocidio, riguardano in concreto - aggiunge De Paolis - fattispecie che riguardano quasi esclusivamente i militari. E difatti: per i crimini di guerra, essi non possono, per definizione e per essenza, che riguardare solo e soltanto i militari. E dunque, una eventuale sottrazione alla giurisdizione militare di soggetti che, sia in tempo di guerra che in tempo di pace, compiano questi crimini in un contesto di 'militarità', non solo non pare conforme a quello che la Costituzione ha voluto dire con la norma dell'articolo 103, comma 3, ma anche alla ragionevolezza delle cose".