Venerdì 11 Luglio 2025
TERESA SCARCELLA
Cronaca

Annegato a dieci anni: la tragedia che squarcia una domenica di vacanza. “Il lago è pericoloso”

Dolore in provincia di Firenze. Accade nel lago di Bilancino. Il piccolo è sparito in acqua davanti agli occhi dei genitori. Che hanno lanciato l’allarme. Poi il ritrovamento del corpo. La rabbia degli operatori: l’invaso andrebbe pulito ogni anno

Annegato a dieci anni: la tragedia che squarcia una domenica di vacanza. “Il lago è pericoloso”

Barberino del Mugello (Firenze), 16 giugno 2025 – Il tuffo in acqua e quattro, forse cinque secondi lunghissimi. Passati i quali i suoi genitori hanno iniziato ad agitarsi e andare verso il punto del lago dove il corpo di loro figlio era sparito senza riemergere. Ma del bimbo di 10 anni di origine marocchina, nato in Italia e residente con la famiglia a Sesto Fiorentino, comune dell’hinterland fiorentino, non c’era più nessuna traccia.

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Vigili del fuoco durante le ricerche del bambino poi trovato senza vita (Fotocronache Germogli)

A fagocitarlo sono state le acque del lago di Bilancino, il bacino artificiale inaugurato nel 1999 per ’dissetare Firenze’, ma anche scongiurare episodi come quello dell’alluvione del ’66 che annegò il capoluogo toscano. Sulle sue sponde nel comune di Barberino di Mugello a una cinquantina di chilometri da Firenze, sono fiorite due spiagge e altrettanti stabilimenti balneari che affacciano sul ’mare dei fiorentini’.

È qui che ogni estate si radunano decine di famiglie e turisti per una boccata d’aria fresca, un drink e un tuffo. La stessa idea della famiglia del bimbo che ieri ha trascorso la giornata sulle sponde del lago in compagnia dei cuginetti e degli zii. Il bimbo è stato visto entrare in acqua poco prima delle 17.

Quando non è stato visto più riemergere è scattato l’allarme. Sono così iniziate le ricerche che hanno impegnato carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto è arrivata anche la sindaca di Barberino di Mugello, Sara Di Maio che, per tutto il tempo ha sperato, insieme ai tanti presenti, che le operazioni dessero esito positivo.

I soccorritori lo hanno cercato per ben due ore, sorvolando il lago con l’elicottero Drago e cercandolo in acqua con imbarcazioni per scrutare la superficie del lago, e anche via terra, cercando tra la vegetazione delle sponde.

A recuperare il corpo senza vita del bimbo sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco a circa sette metri dalla riva. Poco vicino al punto dove il piccolo si era tuffato. I genitori, distrutti e in ginocchio, hanno assistito alla scena.

«Non è possibile, no, no». Quando i sommozzatori sono riemersi col corpo le grida hanno squarciato il silenzio cupo che aveva avvolto la riva del lago. La loro disperazione è stata quella di tutte le persone paralizzate sulle sponde.

A salire però è stata anche la rabbia di chi, vicino a quelle sponde, ci vive e lavora. «Bisogna pulire il lago. Ogni anno muore qualcuno. Dopo questa cosa andrà chiuso». La tragedia è avvenuta in un tratto senza nome, accessibile da un piccolo sentiero che si apre tra le fronde. Non assistito, né attrezzato per accogliere bagnanti, ma neppure interdetto alla balneazione se non «in caso di presenza di mezzi aerei, oltre i 15 metri dalla riva» come si legge sul cartello a inizio della stradina, in parte coperto dai rami. Non si tratta della prima vita divorata dal lago maledetto. Dal 2011 il tributo di esistenze spezzate è salito a otto.

L’ultima, prima della tragedia di ieri risale al 3 luglio 2019 quando un uomo di 63 anni si tuffò dal pedalò. A dare l’allarme fu la sua compagna che era con lui al momento del tuffo, ma poi non lo vide più risalire. Il corpo fu ritrovato soltanto sette giorni dopo. Fino a oggi la vittima più giovane era un 19enne divorato dalle acque senza che gli amici riuscissero a trovarlo. Ora il bambino è la vittima più piccola del lago maledetto.