Animalismo, ecco l’ideologia dominante

Beppe

Boni

Piccolo, bello e dannoso. Eccolo qua lo scoiattolo grigio una specie americana importata in Europa, diventata invasiva come le nutrie. In Italia devasta i noccioleti e sta sfrattando lo scoiattolo rosso, storica razza italica. La competizione animale in natura è spietata. La Regione Emilia-Romagna aveva deciso un piano per abbassarne il numero. Cattura e soppressione con anidride carbonica. Gli animalisti sono insorti con peggior furore dei portuali triestini. E allora immediato è scattato il contrordine compagni. Nessuno ce l’ha con gli scoiattoli grigi, ma se sorgono motivi per frenarne l’invasione, a malincuore bisogna intervenire. L’ideologia animalista però è rigida e compatta, e allora rivolta sia. Vuoteranno i boschi? Li confineremo in centri di accoglienza, dicono. Nell’equilibrio fra uomo, ambiente e animali a volte sono necessarie scelte scomode, ma gli animalisti non accettano compromessi. Nemmeno con le nutrie che devastano argini di canali e fiumi e provocano danni incalcolabili. Che fare degli scoiattoli che la Ue con le nutrie considera specie aliene? Una scelta ragionevole, seppur dolorosa, sarebbe bloccarne l’espansione e solo in un secondo momento procedere con un piano di sterilizzazione. Gli animalisti la mettono sulla supremazia e sul cinismo dell’uomo verso gli animali, concetti campati in aria. Un po’ come fanno i No Green pass quando invocano la libertà e la Costituzione violata, che con la salvaguardia della salute pubblica non c’entrano nulla.