Angela fiuta il ko Il congedo è un comizio

Roberto

Giardina

Colpo di coda della Merkel nel suo ultimo discorso al Bundestag. Secondo il protocollo, non scritto ma vincolante, avrebbe dovuto parlare dello stato della nazione. Che Germania lascia dopo sedici anni? Invece lo ha trasformato in un veemente comizio a favore di Armin Laschet, leader del suo partito, la CDUCSU. Avrebbe dovuto raccogliere la sua eredità, ma in base al sondaggio di ieri, è ormai distaccato del rivale socialdemocratico Olaf Scholz. "Non è indifferente chi sia a guidare la Germania, ha dichiarato Frau Angela, nessuno meglio di Laschet garantisce un governo di centro moderato". E ha messo in guardia contro una deriva a sinistra. Scholz potrebbe portare al governo la Linke, il partito dell´estrema sinistra, erede dei comunisti della scomparsa Germania Est, dove lei è cresciuta.

"Shamen Sie", si vergogni, le hanno urlato alla fine diversi deputati. Un Cancelliere non è un presidente della Repubblica al di sopra delle parti. La Merkel, anche se ha deciso di andare in pensione, resta una cristianodemocratica, e può far politica, ma ha scelto il luogo e il momento sbagliato. Non mentre si congeda dal Parlamento. Una caduta di stile, typisch Angela, tipico della signora, come dicono i tedeschi. Lei, nonostante le apparenze, e il tradizionale self-control, rimane una passionaria. Non le va che il poco carismatico Armin stia guidando il partito al risultato peggiore di tutti i tempi, perdendo un’elezione che sembrava vinta fino a metà luglio. È anche colpa sua, che non ha potuto, o voluto, designare un successore valido. Dopo Angela il diluvio? L’ultimo sondaggio vede Laschet al 19, meno due punti in una settimana, mentre Scholz balza al 25, piú due. Un distacco che sembra incolmabile a 18 giorni dal voto. E Scholz potrebbe formare una coalizione con i verdi (il 17) e la detestata Linke (il 6). Per questo Angela ha perso il controllo.