Mercoledì 24 Aprile 2024

Anche i Re Magi devono fare il tampone

Giorgio

Comaschi

Dai, oggi facciamo un giro per presepi. Ce n’è uno bellissimo, il presepe italiano, quello coi personaggi in carne ed ossa, cioè il presepe vivente, come si dice. La scenografia è di carta, tanto al governo ce n’era anche troppa. Poi il muschio e le casine coi pastori, dentro però perché non possono uscire, se non in due, portando una pecora sulle spalle con meno di dieci anni. Tre o quattro ristori fatti molto bene e i ponticelli tutti a norma, controllati ogni giorno. Poi i Re Magi che sono la Merkel vestita da mirra, Macron che porta l’oro, e Ursula Von Der Leyen con l’incenso. Dietro il codazzo di commissioni. In cielo, disegnata da Renzo Piano, la cometa con la scritta Covid che si accende e si spegne perché deve sempre avere una variante. E I cammelli che portano i Magi sono quelli al governo, mentre i dromedari sono quelli all’opposizione. Qua e là, nei laghetti fatti con la stagnola, molti gommoncini carichi di gente. Arrivati alla capanna ci sono fuori in attesa, con pacchi di dati da donare, i virologi, qualcuno sgomita, qualcuno risponde a domande della Tv. C’è Fazio che nel dubbio sta intervistando tutti. Mano a mano che entrano nella capanna ci sono quelli che fanno i tamponi e li si riconosce dai camici dove c’è scritto "draiv zrù". Di fianco un gruppo di pastorelli che chiede cosa vuol dire. Lì accanto c’è la Carlucci con altri che ballano sotto alle stelle e Amadeus che sta in guardia: Erode lo sta cercando perché l’ha escluso da Sanremo. Dentro c’è la natività in una specie di culla fatta a Ricovery Fund. Il bue è Berlusconi (che alita molto, sorridendo), l’asinello ha un tratto che ricorda vagamente Salvini, Giuseppe è Burioni che nel corso della giornata muta, poi Maria è la D’Urso che insegna a tutti come ci si lava le mani e mangia continuamente davanti al cellulare. Il bambinello doveva essere Di Maio ma è Conte che, da copione dovrebbe sorridere. In realtà piange. Ma se inquadrato da distante, e con la mascherina, non si vede.