Martedì 16 Aprile 2024

Luca Morisi, anche cocaina in casa. Il pm: "Ma non è uno spacciatore"

L’ex collaboratore di Salvini indagato per cessione di stupefacente. La procura: "Evento di poco conto"

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"Non ho commesso alcun reato, ma sono caduto come uomo". Si difende così Luca Morisi, finito nel registro degli indagati a Verona per cessione di stupefacenti. Tre giovani avrebbero raccontato di aver ricevuto dall’ex guru della comunicazione della Lega droga liquida, anche se le analisi non hanno ancora confermato il contenuto di quella boccetta. Nel corso della perquisizione, i carabinieri hanno trovato due grammi di cocaina e hanno sequestrato i telefoni. Quattro giorni dopo la notizia, dunque, si delineano i motivi che hanno spinto l’inventore della "Bestia" social, che ha consentito a Matteo Salvini di raccogliere decine di migliaia di follower, e voti, a lasciare ogni ruolo nel partito. L’inchiesta, dicono investigatori e inquirenti, dal punto di vista giudiziario è poca cosa. E aggiungono, per stoppare voci che già circolavano: non c’è stata alcuna attività di monitoraggio dell’abitazione di Morisi. "Un fatto banale", afferma il procuratore di Verona, Angela Barbaglio. E precisa: "Non mi pare risulti altra pregressa attività di spaccio né risulti mai indicato da nessuno come ipotetico spacciatore".

I fatti fin qui accertati dicono che la sera del 14 agosto una pattuglia dei carabinieri ferma per un controllo di routine tre ragazzi nelle campagne di Belfiore, una zona isolata del Veronese vicino al casello dell’autostrada A4 Venezia-Milano. Dai controlli salta fuori una boccetta con all’interno un liquido che, stando a quanto dicono subito i ragazzi, è droga liquida. Se si tratti di Gbl, la cosiddetta droga dello stupro, o di ecstasy liquida, o di altro ancora, lo stabiliranno le analisi.

Quel che è certo è che uno di loro dice ai militari che a cedergli quel liquido è stato proprio Morisi, che ha una casa da quelle parti. I carabinieri vanno nell’abitazione e trovano, senza particolare fatica, della cocaina. Una modica quantità compatibile con l’uso personale che configura quindi un illecito amministrativo.

La segnalazione alla Procura, e l’iscrizione, scatta invece per le parole dei giovani. E anche il sequestro dei telefoni: gli investigatori vogliono capire quali fossero i veri rapporti tra il social manager della Lega e i ragazzi. Un contatto "abbastanza occasionale", come hanno detto loro, o altro?

Possibile che nei prossimi giorni Luca Morisi venga sentito. "Mi risulta che il difensore - ha detto ancora Barbaglio - ha preso contatto con il pm Stefano Aresu, immagino per parlare degli atti del procedimento".