
Le mille (false) identità del killer. I punti oscuri e il rebus estradizione. .
Il giallo di Villa Pamphili a Roma si snoda tra Roma, Malta, Stati Uniti, Russia e Grecia, in un intreccio di identità false, truffe milionarie e omicidi. Un caso che, per la perfezione nell’occultamento delle tracce e la complessità delle identità coinvolte, sembra uscito da un ‘romanzo crime’, lasciando investigatori e opinione pubblica sospesi tra verità e mistero, con tante domande ancora senza risposta.
IL SANGUE NEL PARCO
Tutto inizia nel pomeriggio di sabato 7 giugno, quando intorno alle 16, alcuni passanti notano il corpicino di una neonata abbandonato tra le siepi di Villa Pamphili, non distante dalla Fontana del Giglio. Due ore dopo, a cento metri, viene rinvenuto anche il cadavere di una donna, coperto da un telo nero. Gli inquirenti scopriranno in seguito che si tratta di mamma e figlia, decedute in momenti differenti. Il cadavere della donna è in avanzato stato di decomposizione.
VITTIME E PRIMI SOSPETTI
Le prime analisi non permettono di identificarle subito: la donna, tra i 25 e i 30 anni, capelli chiari, alta 164 cm, con tre tatuaggi distintivi, e una bambina di circa otto-dodici mesi. L’autopsia rivela segni di strangolamento sul collo della neonata, mentre sul corpo della madre non emergono lesioni evidenti (ora si ipotizza che anche lei potrebbe essere stata soffocata, forse con una busta). Dieci giorni dopo, grazie al riconoscimento della madre, Tatiana Zemliakova, alla trasmissione Chi l’ha visto? arriva la svolta: la giovane donna è sua figlia, si chiama Anastasia Trofimova, nata il 21 settembre 1996 a Omsk, in Siberia occidentale, al confine con il Kazakistan. La nipotina si chiama Andromeda, un anno compiuto il 14 giugno. La sua storia inizia, apparentemente, da una semplice idea: imparare l’inglese e scappare in Europa. Per questo, nel settembre 2023, Anastasia si trasferisce a Malta, dove pensa di iscriversi a un corso di lingua. Non lo farà mai, ma conoscerà sull’isola il futuro carnefice.
L’UOMO DALLE TANTE IDENTITÀ
Al centro dell’indagine c’è la figura di un quarantaseienne californiano, che si fa chiamare Rexal Ford ma anche Matteo Capozzi e si presenta come regista cinematografico. Kaufmann viaggia tra Malta, Russia, Italia e Grecia, utilizzando documenti autentici, ma con generalità false. Sbarca a Roma nell’aprile 2025 insieme ad Anastasia e Andromeda di cui dice di essere il padre, ma all’anagrafe maltese risulta essere celibe e senza figli. Nessuna traccia ufficiale del loro soggiorno in alberghi o strutture ricettive: la ‘famiglia’ vive di espedienti, dormendo nel parco e frequentando mense per poveri. Eppure, Kaufmann non è affatto un clochard, anzi ha una carta di credito, e avrebbe pagato migliaia di euro per un passaggio su un catamarano privato da Malta a Ragusa.
IL TAX CREDIT FANTASMA
Parallelamente, emerge un secondo filone: una truffa ai danni del Ministero della Cultura. Kaufmann, sotto il falso nome di Rexal Ford, aveva ottenuto 863 mila euro tramite il tax credit per la produzione di un film mai realizzato, "Stelle della Notte". La richiesta era stata presentata nel 2020 da una società fantasma di Malta, la Tintagel Film Llc, e una italiana la Coevolutions, controllata dall’imprenditore romano Marco Perotti. Il credito, ceduto a una banca, è ora sotto la lente degli inquirenti e del ministro Giuli, che ipotizzano una frode aggravata ai danni dello Stato. La Coevolutions risulta anche beneficiaria, scorrendo il registro nazionale degli aiuti di Stato, di altri finanziamenti o crediti fiscali concessi per la produzione di 12 film fra il 20 aprile 2022 e il 30 luglio 2024. Uno solo è stato proiettato nelle sale.
IL FERMO IN GRECIA
Dopo il ritrovamento dei corpi, Kaufmann si dà alla fuga. Viene rintracciato e arrestato sull’isola greca di Skiathos con l’accusa di aver ucciso la bambina e, all’inizio, di aver occultato il cadavere della madre. Attualmente è detenuto nel carcere di Larissa, in Grecia, in attesa dell’estradizione in Italia. Il Consiglio della Corte d’Appello dovrà decidere sulla sua consegna. "Gli italiani sono mafiosi", ha esclamato, opponendosi all’estradizione in Italia e allungando il tempo per una decisione.
I NODI IRRISOLTI
Restano molti punti oscuri: le omissioni nei controlli da parte delle forze dell’ordine che avevano fermato la coppia per ben tre volte, il movente del duplice omicidio che spieghi perché, dove e come siano avvenuti i delitti, il ruolo di eventuali complici, i contatti avvenuti tra Kaufmann-Ford e i produttori.
Nino Femiani