Ammazzò l’ex fidanzata Fine pena in ospedale, il quartiere si ribella: "Da lì è facile scappare"

Delfino fu condannato a 16 anni. Andrà in una struttura psichiatrica. I giudici: "È ancora estremamente pericoloso". Residenti terrorizzati.

Ammazzò l’ex fidanzata  Fine pena in ospedale,  il quartiere si ribella:  "Da lì è facile scappare"

Ammazzò l’ex fidanzata Fine pena in ospedale, il quartiere si ribella: "Da lì è facile scappare"

A breve Luca Delfino lascerà il carcere, dopo aver scontato una condanna a 16 anni e otto mesi per il delitto dell’ex fidanzata, Antonella Multari. Delfino finirà di scontare la sua pena tra giugno e luglio, ma i giudici di sorveglianza lo reputano estremamente pericoloso, pertanto hanno deciso che dovrà trascorrere altri sette anni e mezzo in una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), le strutture nate in sostituzione dei vecchi ospedali psichiatrici giudiziari. Delfino, tramite il suo avvocato Riccardo Lamonaca, ha chiesto di poter andare a Villa Caterina a Genova Prà, per poter stare "più vicino alla casa dei familiari che in questo modo potranno più facilmente andarlo a trovare". La notizia ha scatenato la protesta dei residenti del quartiere e dei familiari dell’ex fidanzata e di altre donne che si sentono ancora in pericolo. Villa Caterina, infatti, viene infatti considerata "un autentico colabrodo dal quale è facilissimo uscire". Del resto non si tratta di una struttura carceraria, anche se dalla prefettura ricordano che in casi di allarme scatta l’immediato intervento delle forze dell’ordine. La protesta dei residenti nasce dal timore che possa tornare a colpire.

Delfino è stato condannato per aver ucciso l’ex fidanzata, massacrata a coltellate a Sanremo il 10 agosto 2007. Questo è l’unico delitto a suo carico, ma venne indagato e prosciolto anche per la morte di una seconda ex, Luciana Biggi, sgozzata a Genova il 28 aprile 2006. Nonostante alcune telecamere lo avessero ripreso nei pressi dei vicoli in cui venne massacrata la donna per i giudici non c’erano prove sufficienti per una condanna. L’ex barista Delfino, inoltre, è stato prosciolto anche per la morte, l’8 aprile 2018, di un compagno di cella a Sollicciano. Fu sospettato di averlo ucciso, ma il caso venne archiviato come suicidio. "La Rems di Genova Prà non è un carcere, è possibile evadere anche se sono stati messi in campo sistemi di controllo. Ma un minimo di margine di manovra da parte di soggetti che vogliono uscire dalla struttura c’è", ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola in Consiglio regionale. "La Regione verifica che ciò che viene fatto dal punto di vista sanitario nelle due Rems in Liguria sia corretto – ha sottolineato l’assessore –, ma avremo un’interlocuzione stretta col ministero della Giustizia per verificare se sia il caso che singoli soggetti particolari vengano posti in queste strutture".

Marco Principini