Martedì 23 Aprile 2024

Amadori, flagellati ma salvi: "Dopo l’allerta operai subito a casa. Ora doniamo pasti gratis agli sfollati”

Denis Amadori, ad del gruppo di carni bianche: “I costi sono esplosi, Oggi la produzione è ripartita, nonostante i danni. Il difficile è portare i mangimi negli allevamenti"

“Il sistema d’allerta ha funzionato. Grazie alle informazioni di Protezione civile e Comune di Cesena abbiamo preso tutte le precauzioni per mettere in sicurezza il personale e l’azienda. Per il nostro territorio e per il sistema produttivo è stato senza dubbio un disastro, ma se il sistema d’allarme e la macchina dei soccorsi non avessero funzionato a dovere, ora le vittime si conterebbero a decine". Per Denis Amadori, amministratore delegato del gruppo Amadori, l’azienda leader delle carni bianche fondata dal padre Francesco (self made man e icona della Romagna produttiva), non c’è alcun dubbio: poteva andare molto peggio e la Romagna si risolleverà. Come sempre rimboccandosi le maniche e lavorando insieme.

L’alluvione ha costretto il gruppo Amadori a bloccare la produzione?

"Quando ci è stata comunicata l’allerta meteo, abbiamo riunito immediatamente il nostro ’comitato di crisi’ e fin dal pomeriggio di martedì abbiamo sospeso i turni di lavoro. E da noi si lavora anche di notte".

Temevate per l’azienda?

"La nostra priorità è stata garantire la sicurezza dei collaboratori. Più del 40% proviene dalle zone collinari e appenniniche, quelle più colpite dal maltempo. Il viaggio casa-lavoro sarebbe stato troppo rischioso".

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Avete subìto danni?

"Nello stabilimento di San Vittore di Cesena no, più critica la situazione nella sede di Santa Sofia per via di frane e smottamenti che hanno determinato temporanee difficoltà nella produzione e nelle consegne. La situazione resta egualmente critica in diversi allevamenti dei nostri soci, soprattutto per le difficoltà di consegna dei mangimi".

Avete dovuto interrompere le consegne ai vostri clienti?

"In realtà no. Le attività produttive sono già riprese con i turni completi a San Vittore (da ieri, ndr) e presto ripartiranno a Santa Sofia. Con un po’ di flessibilità e l’aiuto di un’altra azienda ce l’abbiamo fatta. Gli impiegati poi hanno continuato a lavorare in smart working".

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Questa situazione critica ha determinato per l’azienda un’esplosione dei costi?

"Sicuramente, ma in questo momento i costi non li guardiamo. Pensiamo alla sicurezza delle persone, alla continuità della produzione e delle forniture ai nostri partner commerciali, potendo contare su flessibilità produttiva e di filiera degli altri stabilimenti Amadori".

Senza dimenticare che a Cesena ci sono centinaia di persone e di aziende che hanno perso tutto.

"In questo momento ognuno deve fare la propria parte. Ho chiamato il sindaco di Cesena per dare la nostra disponibilità a rifornire gratuitamente tutti i centri di accoglienza delle popolazioni sfollate con i prodotti di più veloce e facile preparazione e consumo. Sono certo che Amadori, come tutta l’Emilia-Romagna, ripartirà più forte di prima".