Giovedì 18 Aprile 2024

Alvaro Vitali: "A Fellini piaceva come fischiavo. Fenech? La migliore"

"Un elettricista mi portò a Cinecittà: cercavano uno mingherlino e il Maestro Federico mi disse: ‘lo sai fare il verso del merlo?’. Gloria Guida era timida, tanta malinconia quando rivedo quei film"

Alvaro Vitali, 72 anni, ha un curriculum di circa 150 film: esordì con Fellini nel ’69

Alvaro Vitali, 72 anni, ha un curriculum di circa 150 film: esordì con Fellini nel ’69

"Facevo l’assistente di un elettricista, e un giorno lui mi dice: “Vieni con me“. Finiamo allo studio 5 di Cinecittà, dove un regista stava cercando un attore magrolino. Aspetto due ore. Poi mi fanno entrare in una grande sala dove vedo, in cima a una scala, un grande cappello, una sciarpa bianca e una luce abbagliante. Era Federico Fellini. Mi dice, con la sua voce esile: “Ragazzo, lo sai fare il fischio del merlo?“ Non sapevo come fischiasse il merlo, ma mi sono ammazzato a fare fischi di ogni tipo: forte, piano, fortissimo… Alla fine quella luce in cima alla scala mi dice: “Bene, ti prendo!“ E da lì è cambiata la mia vita".

Non tutti sanno che Alvaro Vitali, 72 anni, l’attore di centocinquanta film, molti dei quali alle prese con dottoresse del distretto militare, insegnanti col vizietto, ripetenti che fanno l’occhietto al preside, donne bellissime maniache dell’igiene – facevano una doccia ogni dieci minuti – ha iniziato con Federico Fellini. Recentemente AlvaroVitali è stato premiato al Prato film festival, rassegna dedicata all’arte preziosa e difficile della commedia diretta da Romeo Conte; ci ha ricordato i suoi esordi. E mille aneddoti, mille episodi vissuti con attori e attrici di quegli anni.

Alvaro Vitali, tutti la conoscono come Pierino. Ma lei conquistò anche la fiducia, persino l’amicizia, di Federico Fellini…

"È vero: Fellini aveva una predilezione per me. A volte, dopo il set, andavamo a cena, in qualche saletta interna. A lui non piaceva farsi vedere, amava stare appartato. Mi raccontava barzellette, poi parlavamo di film. E spesso gli dicevo: “Maestro, ma io di questo film non ci ho capito niente“. E lui rideva. Gli piaceva la mia sincerità. Non amava chi esibiva la sua cultura. Preferiva le persone semplici e io ero proprio così".

Come Fellini, lei ha avuto un’infanzia piena di donne che la coccolavano.

"È vero: ero molto discolo. E a sette anni me ne andai via di casa, per andare a vivere con la nonna e con la zia, a Trastevere. Ho vissuto con loro fino a quando ho avuto più di trent’anni: mi portavano la colazione a letto, mi coccolavano. Ero il loro bambino".

Poi sono venute le commedie sexy anni ’70. Quelle con Edwige Fenech, Gloria Guida, Anna Maria Rizzoli. Che cosa ricorda del lavoro con loro? Della Fenech, per esempio.

"Edwige era la più gentile di tutti, quella che non si tirava mai indietro, se c’era da lavorare. A fine giornata, se il regista diceva “Facciamo ancora un ciak?“, lei diceva: sentite Alvaro, se lui è d’accordo…"

Gloria Guida invece, che ricordi ha di lei?

"Era timidissima, entrava quasi in punta di piedi sul set. Ma molto simpatica, molto brava, molto attenta".

Renzo Montagnani era uno dei re di questo genere: a lui, alla sua memoria, è dedicato il Prato film festival. Come lo ricorda?

"Sul set era un trascinatore. Poi, dopo l’ultimo ciak, diventava un altro, più malinconico. Aveva un figlio con un problema di salute grave. È il motivo per cui lavorava moltissimo: per potergli pagare le cure. La sera, dopo il set, diventava taciturno. Guardava nel vuoto, in compagnia di un bicchiere di whisky. Era difficile entrare nel suo mondo".

Come ha speso i soldi guadagnati?

"Mi piacevano molto le auto: ne cambiavo tante. Ma non si guadagnava tanto: io ero sotto contratto per cinque film all’anno, avevo un fisso mensile. Se fossi stato pagato con una percentuale sugli incassi, oggi sarei miliardario. Purtroppo non è andata così".

Tutto questo a un certo punto è finito. Le commedie sexy, i film di Pierino, le soldatesse alle grandi manovre, non si sono fatti più. Come l’ha vissuta?

"Malissimo. Il telefono ha smesso di squillare. Sono stati i dieci anni più brutti della mia vita. Poi, piano piano, ho ricominciato a lavorare, in televisione, a teatro".

E adesso? Il presente e il futuro come sono?

"Ho scritto due film: il seguito di Paulo Roberto Cotechiño, in cui divento allenatore di una squadra femminile, con tutte le conseguenze del caso. E un film in cui Pierino entra in convento. Si chiama Fra’ Pierino. Manca solo un produttore che ami queste storie".

Che cosa prova, quando si rivede nelle commedie anni anni 70?

"Molta malinconia. Per la gioventù che avevo, che avevamo tutti".

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