Venerdì 19 Aprile 2024

Altro che stop Raddoppiato il gas da Mosca

Antonio

Troise

A leggere gli ultimi numeri dell’Istat sulla bilancia commerciale, verrebbe da allargare le braccia. Altro che blocco delle importazioni dalla Russia. La guerra in Ucraina è stata, finora, un affare per Mosca e un disastro per Roma. Infatti, ad aprile, il valore dell’import dei prodotti russi in Italia è più che raddoppiato rispetto a un anno fa. Mentre, sull’altro fronte, il made in Italy ha registrato un vero e proprio crollo, con flussi dimezzati. Nella realtà, non siamo diventati né filo-putiniani né un Paese che ha aggirato, più o meno consapevolmente, le sanzioni contro la Russia.

Il problema è che gran parte della bilancia commerciale è stata influenzata dall’aumento del costo del gas proviente da Mosca e che, negli ultimi mesi, proprio per effetto dei conflitto, ha registrato un’impennata record del suo prezzo unitario.

Come a dire: per le stesse quantità di prodotto, abbiamo dovuto sborsare molto di più rispetto al passato. E il trend, peraltro, non si è per nulla fermato. Del resto, per un Paese come il nostro, che importa dalla Russia più o meno il 45% del suo fabbisogno, non c’era alcuna alternativa se non quella di mettere mano al portafogli e staccare un assegno più ricco. A questo, poi, occorre aggiungere la decisione del governo di aumentare gli "stoccaggi" di gas per prepararsi ad un inverno che, sul fronte energetico, potrebbe essere davvero incandescente. Il nodo da sciogliere, insomma, resta sempre lo stesso: garantire al più presto la indipendenza dell’Italia dal gas di Putin. È l’unica strada possibile non solo per far risalire la nostra bilancia commerciale, che ha registrato un pesante deficit, ma anche per sottrarre a Mosca quel combustibile, in formato "cash", che arriva quotidianamente dai Paesi che dipendono dal gas russo e che alimenta gli arsenali del Cremlino.