Venerdì 19 Aprile 2024

Altro che relax In vacanza si litiga su tutto

Giorgio

Comaschi

È inutile che ce lo nascondiamo. In vacanza si litiga, facilmente. Non è quasi mai relax, rilassamento, ma tensione, nervosismo, stress. Soprattutto le coppie. Non parliamo di quando hanno al seguito due o tre figli. Lì siamo al delirio totale e quasi sempre la vacanza diventa "un lavoro", un lavoro, durissimo, aspro, che quello dell’ufficio fa ridere in confronto. Lo dice quel sospirone lungo, di sollievo, che si fa quando si apre la porta di casa, al ritorno, con le valigie sul pianerottolo. "Ce l’abbiamo fatta!", questo è il commento, come tornati da una guerra. Ma la coppia, quando è sola, in vacanza litiga su niente. "Io oggi farei il sentiero del monte Brugola e scenderei da Pian dei Gufi fino alla Speccola". "Ma no Paolo, è meglio andar su dalle Balze e scendere da Piloro, lì dove dici te non c’è sentiero e finiamo nel bosco". Discussione di due ore. E in qualsiasi direzione si vada, l’altro, quello che voleva andare da un altra parte, mette su un muso da sfinge egizia e non dice una parola. "Io oggi voglio vedere la cascata delle Marmore". "No, io voglio visitare Spoleto, della cascata non me ne frega niente". "Ecco vedi come sei?". Il "vedi come sei" è una delle frasi must dell’estate, la più sentita, dagli ombrelloni alle vette dolomitiche. La tensione sul decidere cosa vedere lacera i rapporti, li prosciuga, anche perché, se si avanza con l’età, ognuno dei due componenti della coppia è diventato pesante come un macigno e ripete una cosa almeno cinque volte. La donna tende a decidere, l’uomo col passare delle ore si fa accomodante. Che la donna tenda a decidere è fisiologico, basta guardare cosa fa quando sale in macchina e il marito avvia il motore: comincia immediatamente a girare i pomelli o i tasti dell’aria condizionata e della ventola, senza dire niente. E’ un riflesso condizionato. Se all’uomo va bene, sta zitto. Altrimenti si entra nel meraviglioso mondo delle vacanze rilassanti. Buon finale d’estate.