Altro che aiuto, i russi rubavano i dati sanitari

I retroscena della missione del 2020: il laboratorio degli 007 del Cremlino raccoglieva informazioni sul virus ma era vietato agli italiani

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ROMA

La missione anti Covid “Dalla Russia con amore“ del marzo-aprile 2020 si è tradotta – accanto alle concordate operazioni di sanificazione e assistenza – in una operazione di “spionaggio sanitario“: acquisizione di dati sanitari sul Covid che sono stati poi trasmessi a Mosca.

La missione russa, composta 104 persone, in larga parte militari del RKhBz (truppe di difesa biologica, chimica e nucleare) e del ben noto 48° Istituto Centrale di Ricerca del ministero della Difesa russo – punta di lancia della ricerca biologicachimica militare di Mosca – poteva contare, nella colonna di mezzi, su di un laboratorio mobile denominato MCA PBA, composto da 4 moduli: un veicolo da ricognizione biologica e tre moduli laboratorio. Il laboratorio – il cui accesso era interdetto agli italiani – comprendeva strumentazioni per il dosaggio immunoenzimatico attraverso al ricerca di anticorpi e antigeni, di un moduli per analisi PCA (analisi componenti principali attraverso una scrematura dei dati) e una modulo per la genotipizzazione del virus. In più c’era una "cassetta di sicurezza" biologica dove conservare al sicuro i campioni e moduli satellitari criptati per trasmettere le informazioni. La parte più delicata sono i macchinari per la genotipizzazione del virus, cioè per fotografare le caratteristiche del virus.

Da notare che ad aprile 2020 un’Italia travolta dall’emergenza aveva solo 28 sequenze “italiane“, numero salito a 96 a inizio giugno 2020. Da notare che la missione russa arrivò il 22 marzo ma solo il 17 marzo i russi avevano avuto il primo sequenziamento del virus che aveva colpito un loro connazionale. Avevano quindi sete di dati. Quanti virus sequenziarono i russi senza farcelo sapere? Non lo sappiamo perché ufficialmente non potevano portare campioni biologici fuori dagli ospedali. Ma farlo non deve essere stato difficile. Certo è che il laboratorio mobile aveva una capacità di analisi di 20 campioni contemporaneamente: teoricamente le genotipizzazioni possono quindi essere state centinaia. Materiale prezioso per Mosca.

Quel che sembra essere invece escluso è che i russi – nonostante un abortito tenativo di operare a largo raggio in ogni tipo di edifici pubblici per sanificarli – è che abbiano potuto mettere le mani su materiale sensibile militare o politico. A scanso di equivoci, sono stati accompagnati passo passo. "La presenza di personale dei servizi segreti russi – osserva il Copasir – è stata oggetto di una richiesta al Dis e e di richieste durante le audizioni del ministro della Difesa e dei direttori di Aise e Aisi. Da quanto si è appreso la missione si sarebbe svolta in ambito sanitario e i russi sono stati sempre scortati da militari italiani". Ma ai servizi non è stato chiesto se ci sia stata una fuga di dati sanitari. E forse su questo il Copasir farà una verifica ulteriore.

Alessandro Farruggia