Nuovi guai giudiziari per la senatrice Daniela Santanchè, ministra del governo Meloni, e già sotto inchiesta a Milano, con altre 5 persone per il caso Visibilia. La procura ha espresso "parere negativo" sul piano di "concordato semplificato" proposto da "Ki Group srl", la società (gestita dall’imprenditore Canio Mazzaro, ex compagno di Santanchè) partecipata al 5% da Immobiliare Dani Srl, società a sua volta al 95% dall’attuale ministra del Turismo. I pm Luigi Luzi e Maria Giuseppina Gravina hanno depositato al Tribunale fallimentare la richiesta di inammissibilità dello stesso concordato e, – fa sapere il procuratore capo Marcello Viola in una nota ufficiale – "presentata istanza di liquidazione giudiziale di tutto il gruppo che comprende Ki Group srl: cioè Ki Group Holding spa e Bioera spa". La ministra in passato era stata anche presidente di Bioera spa, cioè della società controllante Ki Group Holding. "Da parte di Ki Group – si legge ancora nella nota della procura – c’è stata una mancata comunicazione di informazioni fondamentali per la procedura, che costituiscono gravi omissioni in danno dei creditori".
Il parere negativo della procura di Milano si pone come ago della bilancia, nonché parere di peso, tra quello positivo che era stato espresso dall’esperto della società, (cioè un professionista nominato della Camera di Commercio) e quello negativo espresso dai creditori. Se il gruppo, come chiedono i pm al tribunale, dovesse finire in liquidazione giudiziale, (il vecchio fallimento), amministratori ed ex amministratori rischierebbero le accuse di bancarotta e false comunicazioni sociali sul fronte penale.
Il piano di concordato semplificato proposto da "Ki Group" lo scorso maggio, si basa tutto sull’aiuto della controllante "Bioera spa" disposta a comprarsi i marchi di proprietà di "Ki Group". La Procura però sottolinea che: "Bioera spa, è in evidente stato di insolvenza". "Non si vede, quindi, come Bioera Spa – spiega ancora la procura appoggiandosi a una informativa della Gdf – essendo in una situazione di criticità, possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group srl, ed adempiere alle obbligazioni assunte, per le quali non vi è, infatti, alcuna concreta garanzia, ma solo un atto di fede". Tra l’altro, proprio il nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, che già conduce le indagini sul gruppo Visibilia, ha redatto un’informativa sullo stato preciso del gruppo Ki Group-Bioera, analizzando i bilanci. Emerge dagli accertamenti che Bioera ha debiti per quasi 900mila euro. In più, dal bilancio 2022 si evidenzia un "risultato netto in perdita per 5,3 milioni di euro". Ai guai di Visibilia e Ki Group si aggiunge anche un’altra grana, quella della presunta truffa sulla cassa integrazione a zero ore per l’emergenza Covid. Fascicolo in cui presto saranno iscritti i nomi dei primi indagati. Davide Carbone, avvocato dei dipendenti che attendono ancora il pagamento del Tfr chiama in causa la ministra e le sue dichiarazioni in Senato: "Il documento depositato dalla procura con richiesta di fallimento delle tre società rappresenta come le parole del ministro in Senato sul totale saldo dei creditori e degli stessi dipendenti siano state solo vane promesse".
Le reazioni del mondo politico: "Crolla definitivamente il castello di menzogne costruito dalla ministra Santanchè. Le sue dimissioni sono inevitabili. Mostri un minimo di rispetto per le Istituzioni e per il Paese". Così il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Toni Ricciardi. Sui social il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, "C’è ancora qualcuno che può dire che la mozione di sfiducia non era giusto presentarla?". "È grave che la ministra abbia giurato il falso – sottolinea De Cristofaro presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama –. Roba da commedia all`italiana. La Santanchè non può fare la ministra della Repubblica. Se ne facciano una ragione, lei e Meloni che ancora la vuole lì".