Alto Adige verso la zona gialla. Sci, torna l'incubo delle piste chiuse

In due settimane casi aumentati di 15 volte e ricoveri triplicati. Widmann: "A un passo dal deragliamento, abbiamo bassa percentuale di vaccinati". Incerti anche i mercatini di Natale

Piste da sci (Ansa)

Piste da sci (Ansa)

Roma, 17 novembre 2021 - Come un déjà vù. Il 24 novembre 2020 riportavamo un virgolettato di Franco Locatelli (Cts): "I numeri attuali non rendono compatibile un'ipotesi di riapertura degli impianti". E ora, un anno dopo, ci si ritrova nella stessa situazione. Non proprio identica, perchè i numeri dei contagi Covid sono più bassi (qui il bollettino di oggi) anche grazie alle vaccinazioni, ma l'attenzione sulla crescita della curva epidemica torna a essere alta e la stagione sciistica è di nuovo a rischio. A lanciare l'allarme sono sopratutto le istituzioni dell'Alto Adige: "La quarta ondata - ha detto l'assessore alla sanità Thomas Widmann - arriva da nord e di certo non si ferma al Brennero. Siamo ad un passo dal deragliamento, anche perché in Alto Adige abbiamo una bassa percentuale di vaccinati". Nella Regione, infatti, la quota degli immunizzati è del 10% inferiore al resto dell'Italia e in due settimane il numero di nuovi casi è aumentato di 15 volte (365 contagi nelle ultime 24 ore), mentre quello dei ricoveri è triplicato.

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In vista della stagione invernale e dei numerosi incidenti sciistici, Widmann si è detto preoccupato per la pressione già alta sugli ospedali (70 pazienti ricoverati nei normali reparti e 9 in rianimazione) e per i 700 sanitari sospesi perché non vaccinati. A un passo dalla zona gialla, che potrebbe scattare nella Regione con dieci ricoveri in rianimazione, sono a rischio anche i tradizionali mercatini di Natale, la cui apertura è prevista per giovedì prossimo anche se la situazione viene valutata di giorno in giorno.

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Alto Adige verso la zona gialla

Visti i numeri, l'Alto Adige nei prossimi giorni potrebbe tornare in 'zona gialla' (qui quando scatta il cambio di colore) e quindi potrebbero essere introdotte restrizioni per arginare la quarta ondata del Covid-19. La Provincia Autonoma di Bolzano ha già chiesto al Governo se potrà applicare autonomamente all'interno del proprio territorio un pacchetto di restrizioni che riguarderebbero le persone non vaccinate. Possibile anche un blocco per singoli territori, quelli dove c'è una maggior diffusione del virus.

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Nella vicina Austria lunedì è scattato il lockdown per 'no vax'. Su 530mila abitanti sono circa 100.000 le persone sopra i 12 anni che non sono vaccinate e soprattutto c'è un diffuso mancato rispetto delle regole già esistenti. Se nella città capoluogo di Bolzano le norme vengono rispettate dalla cittadinanza, molte discrepanze si registrano nelle vallate abitate soprattutto da cittadini appartenenti al gruppo linguistico tedesco, culturalmente ostile ai vaccini.

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La quarta ondata arriva dal Nord

"Non solo per questioni climatiche - ha spiegato il governatore Arno Kompatscher -, ma anche per il basso tasso di immunizzati" l'incidenza è più alta nelle regioni del nord, come l'Alto Adige e il Friuli. Ma, ha escluso il presidente della Regione, in questa situazione "non serve escludere i non vaccinati dal Green pass, se questo non viene controllato". E i dati confermano che la quarta ondata arriva da nord. In Alta Austria l'incidenza settimanale è a 1.422 (mentre l'Italia è saldamente sotto 100) e negli ultimi quattro giorni sono deceduti 59 pazienti. "Abbiamo spazio in terapia intensiva solo perché ci sono pazienti che muoiono", aveva detto al quotidiano Der Standard Jutta Oberweger, portavoce dell'Azienda sanitaria del land austriaco. Simile la situazione a Salisburgo, dove l'incidenza è addirittura a 1.519 ed è stato istituito un gruppo triage, composto da cinque medici e un giurista. Berlino sconsiglia viaggi in Austria e chi torna da lì deve stare dieci giorni in quarantena. Difficile immaginarsi una stagione invernale senza tedeschi. E le situazioni vicine si riflettono come boomerang nel nostro Paese. Anche in Valle d'Aosta il contagio ha ricominciato a correre, soprattutto tra i giovani. La situazione per il momento resta sotto controllo, le soglie di occupazione dei posti letto ospedalieri e di quelli in terapia intensiva non destano preoccupazioni. Con tali condizioni di pressione sull'ospedale Parini si spera di poter avviare al meglio la stagione dello sci, la cui apertura - ad eccezione di Cervinia dove si scia già da alcune settimane - è prevista tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre.

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Anche i mercatini di Natale a rischio

Nella centralissima piazza Walther a Bolzano, ai piedi della statua del menestrello Walther, fervono i preparativi e la costruzione delle casette che da giovedì 25 novembre dovrebbero ospitare il 'Mercatino di Natale'. Nelle località di montagna, molte già imbiancate, si stanno mettendo a punto i ritocchi per la nuova stagione invernale che dovrebbe scattare tra la fine di novembre ed i primi di dicembre. Ma, come detto sopra, preoccupa l'aumento di contagi e la pressione sugli ospedali: tanti pazienti Covid ricoverati, un basso tasso di persone vaccinate e circa 700 sanitari 'no vax' sospesi. Le prenotazioni nelle strutture ricettive per dicembre e gennaio sono ormai tante ma, come hanno avvertito sia il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher e l'assessore alla Sanità, Thomas Widmann, "siamo quasi al livello della Germania e registriamo i valori più elevati a livello nazionale, siamo praticamente in zona gialla e il passo verso l'arancione è breve". Quello del capoluogo altoatesino è stato il primo 'Mercatino di Natale' in assoluto d'Italia e l'edizione 2021 sarà la trentesima.

E riguardo invece la stagione sciistica, da tempo Bolzano si sta impegnando per evitare la chiusura degli impianti di risalita in zona arancione. Lo chiedono anche le altre Regioni con centri sciistici. Lo sci - è questa l'argomentazione - è uno sport individuale all'aperto e dovrebbe essere trattato come tale. La questione attualmente è sul tavolo del Cts e a Bolzano c'è cauto ottimismo.