Gli alpini: "Ora vogliamo i danni". Ma arriva l’esposto con 170 molestie

Archiviata la denuncia dopo il raduno di Rimini. Le donne rilanciano: portiamo in procura centinaia di testimonianze

Sebastiano Favero, 73 anni, presidente dell’Associazione nazionale alpini (Petrangeli)

Sebastiano Favero, 73 anni, presidente dell’Associazione nazionale alpini (Petrangeli)

Roma, 7 luglio 2022 - Sembrava finita la vicenda sulle presunte e diffuse molestie di maggio al raduno degli alpini di Rimini, dopo le decine e decine di segnalazioni raccolte dalle attiviste di “Non una di meno”. Due giorni fa la pm della Procura ha infatti chiesto l’archiviazione dell’unico caso sfociato in una denuncia nero su bianco: alla base della richiesta c’è la non identificazione dei presunti autori delle molestie, resa difficile sia per la presenza di molte persone nello stesso luogo sia per la copertura solo parziale delle telecamere di sorveglianza della zona.

Ora le Penne nere passano al contrattacco. "Abbiamo conferito mandato ai nostri avvocati di intraprendere azioni legali contro chi ci ha offeso durante e dopo il raduno – annuncia Sebastiano Favero, ingegnere, tostissimo presidente dell’Associazione nazionale alpini – troppo fango è stato gettato sul nome dell’Ana". E ancora: "Sono molto amareggiato perché il comportamento di singole persone, peraltro non accertato, è stato usato per screditare l’associazione che proprio domani compie 103 anni".

La decisione è stata certificata ieri durante un vertice con gli avvocati alla fine del quale si è decisa anche la costituzione dell’Ana come parte offesa nell’ambito dell’inchiesta della Procura riminese. Ma l’offensiva giudiziaria non finisce qui. Gli avvocati stanno valutando anche un’azione civile di risarcimento danni sempre contro il collettivo riminese di “Non una di meno“. Favero chiude severo: "Dobbiamo farlo per tutelare un patrimonio centenario di valori".

Anche le attiviste del collettivo riminese però dicono che non finisce qui. E annunciano, a loro volta, di voler depositare in procura le 170 segnalazioni raccolte di molestie su ragazze e donne di ogni età. "Certamente – minimizzano le Penne nere – singole parole sconvenienti in mezzo ad una baraonda di 90 mila persone in festa ci saranno state, ma le donne romagnole ne hanno fatto un atto d’accusa collettivo alzo zero contro l’adunata".

Nel dossier, curato da “Non una di meno“, dovrebbero entrare anche le segnalazioni di circa 500 donne che via social hanno risposto sì al questionario che domandava: "all’adunata siete state molestate?". "La decisione della Procura – osservano dal collettivo – non sorprende perché quando accadono certi fatti non veniamo credute e le istituzioni non vogliono mettersi contro organi come il corpo degli alpini".

Intanto Oriana Papais, che ha indossato la divisa e ora è presidente della sezione Ana di San Vito al Tagliamento (Pordenone), cuore del territorio ad alta densità di penne nere, commenta: "È giusto che sia finita con la richiesta di archiviazione". È appena stata in Iraq come volontaria civile. "Dico che se i complimenti a volte vengono fatti non sempre contengono doppi fini o cattiveria".

Il sindaco Pd di Rimini Jamil Sadegholvaad, pur sottolinenando giustamente l’impegno contro la violenza alle donne, ammette che c’è stato "troppo rumore. Impossibile un dibattito serio, la spettacolarizzazione è arrivata a colpevolizzare, anche per una evidente intenzione anti militarista, tutto il corpo degli alpini senza alcuna distinzione". Infine: "L’adunata è stata una festa straordinaria che da sindaco spero di rivedere".