Alluvione Marche, la strage delle famiglie. "Sembrava l’Apocalisse". Il reportage

Le Marche in ginocchio, una decina di vittime. Interi paesi spazzati via. Tra i dispersi anche un piccolo di otto anni

A Pianello di Ostra la gente piange su una strada di fango bruciata dal sole. Il ronzio di ruspe e camion fende silenzio e aria immobile, pregna d’afa. Sembra una beffa che il sole splenda così, o forse è la compassione di quel cielo maledetto, che ammanta come un sudario le Marche martoriate dopo la notte più nera. Quella dei lutti, delle famiglie spezzate, delle mamme e dei figli: madri che hanno visto morire i figli, figli che hanno perso le madri, madri e padri morti per salvare i figli nell’ultimo sacrificio su questa terra. Il conto delle vittime e dei dispersi scandisce le ore di un giorno infinito: nove morti, sette accertati e due da identificare, e due dispersi, almeno secondo le ultime verifiche. Anche se in serata la Prefettura di Ancona parta di dieci morti e tre dispersi.

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Vigili del fuoco e Protezione civile scavano nel fango, tra frane, fiumi esondati, smottamenti, strade sommerse e detriti, paesi isolati, quasi quaranta feriti e almeno 150 sfollati, ma il numero crescerà. Divise e volontari vanno e vengono tra cumuli di auto accatastate, carcasse, elettrodomestici, gomme e case irriconoscibili di paesi interi spazzati via dalla piena. L’entroterra di Senigallia, che plana verso la costa tra colline, campagne e borghi, è il nuovo epicentro dell’incubo di una regione che prova a rialzarsi dopo le ferite del terremoto e col ricordo di un’altra alluvione, quella del 2014, che a Senigallia fece tre vittime. Stavolta è toccato a Pianello di Ostra, Trecastelli, Barbara, Castelleone di Suasa, Bettolelle di Senigallia, dopo Cantiano in provincia di Pesaro.

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Qui, giovedì sera, il passaggio della piena del fiume Misa e dell’affluente Nevola gonfiati da ore di pioggia ha travolto ogni cosa, seminando morte, danni e terrore. Sessanta minuti d’apocalisse e una notte d’apprensione per Senigallia investita dalla piena del fiume Misa, che ha varcato gli argini, allagando gran parte del centro. Claudio Olivi piange e spala fango davanti al portone della palazzina al civico 102 dell’ex strada Arceviese, a Pianello: negli occhi ha ancora i volti di tre inquilini del palazzo inghiottiti dall’acqua del Misa che ha invaso i garage nel piano interrato. Erano le nove di sera e lui è vivo per miracolo. "Siamo scesi giù per tirare fuori le auto, ancora non c’era molta acqua, però si sentiva un grande boato – racconta –. Sono riuscito a risalire la rampa con l’auto, poi ricordo acqua e fango, non li ho visti più".

Uno di loro era Diego Chiappetti, 52 anni, idraulico e padre di due figli. Andrea Tisba, 25 anni guardava in tv la partita ed è corso giù a mettere in salvo la Fiat Cinquecento. È salito con l’auto fin sulla rampa. "Poi il motore si è spento, l’auto è stata sommersa dall’acqua e non l’ho visto più", piange la madre. Il papà di Andrea, Giuseppe, 65 anni, è corso in garage per aiutare il figlio. Se ne sono andati insieme. Nando Olivi, 84 anni, è la quarta vittima di Pianello, morto intrappolato dall’acqua in casa sua. Abitava al pianterreno, il fiume lo ha sommerso. Racconti da incubo da una frazione devastata dall’acqua, dove la gente spala il fango a testa bassa da scantinati, abitazioni, negozi e fabbriche, mentre si viaggia incolonnati sulla strada coperta di melma. "Dolore e danni: è una situazione apocalittica", dicono i sindaci.

A Trecastelli (Passo Ripe) è morta Marisa Sereni, 80 anni, che i due figli non sono riusciti a tirare fuori dal cucinino nel sottoscala, allagato da acqua e fango del Nevola. È morta davanti ai loro occhi. Madri e figli, ancora. Brunella Chiù, 56 anni, voleva mettersi in salvo dalla piena del Nevola, a Barbara, con i due figli. Verso le 20, giovedì, è salita in auto con la figlia 17enne, Noemi Bartolucci, mentre il figlio 23enne Simone ha tentato di prendere l’altra auto. Non ci è riuscito. Aggrappato a un tronco d’albero ha resistito per due ore e mezzo: lo hanno trovato lì, salvo. La sorella è stata identificata tra le vittime, la madre è ancora dispersa. Come nel fiume s’è perso Mattia Luconi, 8 anni, strappato dall’acqua dalle braccia della madre, la farmacista Silvia Mereu di San Lorenzo in Campo. Erano in auto a Ripalta, frazione di Castellone di Suasa. Lei è in ospedale a Senigallia con un principio di ipotermia, il piccolo Mattia potrebbe essere la più giovane tra le vittime.

E l’elenco sembra non finire mai: a Ostra è morto un cittadino italiano di origine marocchina, Mohamed Enaji, 42 anni; a Ostra Vetere Erina Febi, 77enne, annegata in casa. Tra le vittime da identificare c’è anche un anziano travolto nella notte dalla piena del Misa nella sua auto nella frazione di Bettolelle, a Senigallia. Con ogni probabilità è l’89enne Gino Petrolati. La decima vittima è invece un 80enne di Rosora (Ancona), il cui cadavere è stato ripescato nel fiume Esino. Vittime e danni: sulla strada Barbarese, a Barbara, c’è un ponte spazzato via dalla piena. Alla Map, azienda che produce macchine agricole, il titolare Massimo Petrolati e i dipendenti si sono rimboccati le maniche per pulire lo stabile sommerso dal fango. I container sono stati travolti dalla piena e almeno un capannone è andato distrutto. C’è voglia di ripartire. "È stato come uno tsunami. Non riesco a raccontare – dice Danny Mariani, titolare del Molino Mariani, che produce farine – quello che è accaduto. Abbiamo visto le cisterne che giravano come delle trottole nei mulinelli d’acqua. I danni sono incalcolabili". I vigili del fuoco hanno eseguito oltre quattrocento interventi e lo scenario è ovunque desolante. La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e inondazione colposa. Ma oggi è solo il giorno del dolore.