
BARBARA (Ancona)
L’hanno cercata per mesi, battendo palmo a palmo i fiumi Nevola e Misa. Nei laghetti di Trecastelli, nei campi di Ostra Vetere e Corinaldo, dall’alto, in acqua e a terra. Per non lasciare nulla di intentato. Ma quel corpo della povera Brunella Chiù, 56 anni, l’ultima dispersa dopo l’alluvione delle Marche del 15 settembre 2022, era già lontano dalla sua Barbara. Aveva percorso esanime, in balia dell’onda di acqua e fango, oltre 350 chilometri. Fino al ritrovamento, il 3 novembre scorso, al largo delle Isole Tremiti. Ci sono voluti dieci mesi, però, prima di arrivare alla chiusura del cerchio: soltanto ieri, infatti, i carabinieri forestali Nipaaf de L’Aquila, in seguito agli accertamenti dei Ris di Roma e al via libera della Procura abruzzese, hanno comunicato alla Regione, alla Prefettura e, ovviamente, alla famiglia, l’esito positivo della comparazione dei dati del Dna: era il cadavere di Brunella, la tredicesima vittima dello "tsunami" che ha investito un anno fa le province di Ancona e Pesaro.
Brunella quella sera, si trovava a casa con i figli Simone e Noemi Bartolucci. Avvisato da una telefonata, Simone aveva messo in allarme la madre e la sorella, precipitandosi in strada per scappare dalla piena. Lui in un’auto, le due donne nell’altra. Il fiume aveva tuttavia ordito piani diabolici, viaggiando decisamente più veloce fino a travolgerli in contrada Coste. Simone, sopravvissuto miracolosamente aggrappato ad una pianta, ha visto Brunella e Noemi portate via per sempre. Spettatore inerme di una fine spietata. Il corpo della sorella 17enne era stato ritrovato all’indomani. Per Brunella, di fatto, ci è voluto un anno. Dapprima il rinvenimento della borsa, poi la Bmw ridotta ad un ammasso di lamiere a San Domenico, vicino al ponte del Burello. Una lenta agonia, poi la svolta di ieri: quella più dolorosa. Ad avvertire Simone, che in questi mesi non s’è mai dato per vinto nella speranza di poter dare una degna sepoltura alla mamma ("Non chiedo altro, spero solo me la restituiscano", diceva), sono state le autorità mentre si trovava in pausa dal suo lavoro al Molino Mariani.
"Ci siamo sentiti subito e ci siamo lasciati andare ad un pianto liberatorio – racconta il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini –. Una notizia tremenda, ma rasserenante. Soprattutto per Simone è la fine di un incubo". Arrivata a 362 giorni dal triste anniversario dell’alluvione. Nel mezzo, tra il ritrovamento del cadavere in avanzato stato di decomposizione alle Tremiti e le analisi scientifiche, si è appreso ieri come Simone, nei giorni successivi alla tragedia, avesse messo a disposizione il suo Dna, poi inserito in una specifica banca dati. Dall’incrocio meticoloso dei test, a quasi un anno dalla tragedia, il responso che ha chiuso un cerchio: si tratta di Brunella, l’ultima vittima che mancava ancora all’appello. "Esprimo a nome dell’intera comunità – così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – il ringraziamento e la riconoscenza ai carabinieri forestali del Nipaaf de L’Aquila e all’autorità giudiziaria"..
La salma non è stata ancora rilasciata alla famiglia. Come riportato in una nota della Regione Marche, era stato sepolto nel cimitero di Vieste. Ma Simone la ripoterà a casa, per farla riposare accanto a Noemi. Finalmente in pace.