Mercoledì 24 Aprile 2024

"Fermiamo i lupi"

L’appello del presidente degli allevatori Stefano Governi

Stefano Governi

Stefano Governi

Siena, 10 gennaio 2015 - Attacchi e danni pesantissimi agli allevatori, ma rischi presenti anche per chi si avventura nel bosco per cercare funghi o fare una semplice passeggiata. Il problema dei lupi, venuto prepotentemente alla ribalta negli ultimi mesi, chi è nell’ambiente lo conosceva da tempo, anzi, lo aveva segnalato senza essere ascoltato.

"Due anni fa in una riunione a Fratelli d’Italia – spiega Stefano Governi, presidente regionale e provinciale degli allevatori, sezione suini – dissi che il problema dei lupi non era da sottovalutare e che molti colleghi allevatori ovi-caprini erano preoccupati per gli attacchi subiti. Allora non venni molto preso in considerazione. Il problema sta soprattutto nel numero. La Regione sostiene che la popolazione dei lupi si aggira sulle 350 unità, ma da segnalazioni e indagini questo numero sarebbe solo in provincia di Siena e se non verranno fatti interventi è destinato ad aumentare. Un branco di venti lupi ha una potenza devastante e una notevole capacità di spostamento, visto che può coprire una distanza di circa 60 chilometri per cacciare una preda".

"A rischio non siamo solo noi allevatori e le nostre attività – prosegue Governi – ma l’economia generale delle nostre zone, compresi gli agriturismo. Se capitasse un’aggressione a un bambino e una donna, successivamente i turisti verrebbero poco volentieri in vacanza nelle nostre zone".

In effetti, per sottoscrivere quanto dice Governi, quando si sono registrate aggressione a pecore o capre da parte di lupi, nella nostra redazione sono giunte telefonate da parte di proprietari di agriturismo, preoccupari per la propria clientela. Le soluzioni, secondo Governi, ci sono eccome. "Nessuno parla di estinguere i lupi – dice – ma serve un’azione di contenimento. L’ideale sarebbero interventi di cattura e trasferimento in un primo momento, se poi non funziona, ma solo in quel caso, si potrebbero prendere in considerazione metodi più drastici". 

"Ci sono i rimborsi per i capi uccisi dai lupi - conclude Governi - ma solo per le carcasse che riesci a recuperare e se sono state fatte opere di prevenzione come recinti e cani di un certo tipo. Qui siamo di fronte a spese notevoli e ad altri rischi. Perché, tanto per fare il mio esempio, ho dovuto pagare circa tremila euro per prendere dei pastori del Caucaso, cani di stazza notevoli e oltre ottanta chili di peso, che nessuno ti assicura per danni a terzi. C’è il rischio che azzannino qualcuno che passa in zona con le immaginabili conseguenze".