Allenatore espulso Urla al 16enne: "Negretto" La squadra lascia il campo

VARESE

Il mondo del calcio giovanile ha vissuto una domenica sporcata da un epiteto razzista durante una partita del campionato allievi della provincia di Varese. A Gallarate la sfida tra i padroni di casa e il CAS (acronimo di club Amici dello sport) di Busto Arsizio stava volgendo al termine sul punteggio di 3-1 per i padroni di casa, quando ecco il fattaccio. "Rivolgendosi all’arbitro, per parlare di un avversario, l’allenatore del Gallarate ha detto ’quel negretto’ – racconta Fabio Bulegato, dirigente del CAS presente in panchina – per sottolineare un comportamento a sua detta scorretto di un nostro giocatore. In un attimo gli animi si sono surriscaldati, in squadra oltre all’offeso abbiamo altri elementi di origine straniera. Sia a me che al mister Massimo Di Cello la cosa più scontata da fare è sembrata quella di ritirare la squadra dal campo". La scelta dei bustocchi di lasciare il terreno di gioco a partita ancora in corso è stata fatta per due motivi: il primo è legato al fatto che il ragazzo marocchino sentitosi apostrofato in maniera razzista era molto scosso; il secondo al rischio di continuare a giocare in una situazione incandescente. "L’arbitro si è appuntato tutto quanto successo – continua Bulegato – a fine partita abbiamo scoperto dal referto che l’allenatore avversario è stato espulso. Noi una volta calmate le acque siamo andati via tranquilli da Gallarate, dispiace per quanto successo anche perché è la prima e speriamo ultima volta che ci dobbiamo confrontare con situazioni del genere". Da parte gallaratese si preferisce non commentare l’episodio, col presidente (di origine albanese) Gezim Elmazi che ha detto di volersi affidare solo ai provvedimenti emessi dal giudice sportivo. A proposito di questo, ci sarà una procedura che andrà rispettata come spiega il coordinatore regionale della Figc lombarda Massimo Spoldi: "Ci stiamo interessando al caso e verremo affiancati dall’Ufficio di tutela dei minori. Dovremo essere certi prima di scrivere una sentenza, dunque contiamo in tempi rapidi di sentire tutte le parti coinvolte per avere più testimonianze possibili così da prendere una decisione giusta". Un episodio tristemente simile era accaduto la scorsa primavera, con l’Arcellasco, che aveva ritirato la squadra durante la sfida col Bresso. Sempre di calcio giovanile si trattava, evidentemente c’è ancora tanto da imparare sui campi da calcio italiani prima di poter davvero parlare di "un gioco".

Matteo Floccari