Allenatore di bimbi picchiato da un papà. "Ho rischiato di perdere un rene"

Francesco Latini, 33 anni, è ricoverato in ospedale. "Mi sento miracolato nel vero senso della parola"

Allena bambini insegnando calcio a Terni. E vorrebbe continuare a farlo, medico permettendo. Si chiama Francesco Latini, 33 anni, di professione impiegato. Domenica scorsa a Gabicce mare ha rischiato di perdere il rene destro per un calcio ricevuto alla schiena dal padre di un giocatore in erba. Questi, dopo aver visto il figlio 13enne parlare in tono risentito col mister avversario, cioè Latini, che lo invitava alla calma e all’educazione in seguito ad un contrasto di gioco, è sceso dalle tribune, ha scavalcato la rete di recinzione ed ha aggredito in campo il mister ternano, sferrandogli calci e pugni e lasciandolo tramortito a terra. Avrebbe continuato a colpire se non fosse stato bloccato da un altro genitore, di professione poliziotto, che gli ha mostrato il tesserino invitandolo a fornire le generalità. Latini è stato portato in ospedale a Riccione e poi a Cesena, al Bufalini, dove i medici erano pronti ad operarlo per ricucire 2 centimetri di lesione al rene. Sanguinava copiosamente. Poi l’emorragia si è fermata, da sola, e questo ha fatto evitare l’intervento. Latini lo rintracciamo al telefono, in ospedale a Cesena.

Si è reso conto di quello che le è successo?

"Non subito. Io ho avuto un pugno in faccia tirato da dietro. Non l’ho nemmeno visto arrivare questo omone di 1 metro e 90, di oltre cento chilogrammi di peso, che mi ha colpito e insultato. Sono caduto a terra, non sapendo perché. Poi ho sentito un calcio alla schiena che mi ha devastato. Ho provato a rialzarmi ma sono ricaduto. Non respiravo, non riuscivo a stare in piedi".

Poi come è andata?

"Qualcuno ha provato a sorreggermi, ho visto i miei ragazzi piangere e corrermi intorno chiedendomi ’mister come sta?’, e io che cercavo di rincuorarli dicendo che non era niente. Ma in realtà piangevo dal dolore. Mi hanno sorretto fino all’uscita dal campo dove c’era un’ambulanza. All’ospedale di Riccione, in base alla tac, i medici hanno capito che rischiavo di perdere il rene e sono partito per il Bufalini per essere operato. Poi per fortuna non c’è stata questa esigenza. Mi sento miracolato nel vero senso della parola".

Ha capito adesso perché è stato colpito da quel padre?

"Sì, ed è pazzesco. C’era stata un’azione di gioco e due giocatori si erano stizziti, uno di loro, il romano, aveva provato a dare uno schiaffo al mio. Allora ci siamo avvicinati io e l’allenatore del Ponte di Nona, Roberto Imbimbo, per tranquillizzare i ragazzi ma il 13enne romano si scaglia contro di me, mi punta l’indice al naso e mi urla di ’stare muto’. Lo invito ad essere educato. Il suo allenatore, capendo che il ragazzo era andato oltre, lo sostituisce immediatamente facendo entrare un altro. Io torno alla mia panchina con la partita che riparte".

Ma non dura molto

"No, pochissimi minuti. All’improvviso si avventa su di me, alle spalle, questo picchiatore che credo sia abituato a farlo perché non è possibile avere questa reazione se si è persone di normale carattere, e comincia a colpirmi con ferocia".

Ora che cosa ha intenzione di fare?

"L’ho denunciato per lesioni anche se i carabinieri procedono d’ufficio. Mi aspetto che quell’uomo risponda di quello che ha fatto e del pessimo esempio che ha dato e che il figlio ricorderà per sempre. Io tornerò ad allenare perché il mondo e lo sport sono diversi da ciò che è successo. Ma ora vado a casa per stare a riposo un mese, il minimo urto alla schiena potrebbe essere poco piacevole".

Intanto il Ponte di Nona ha annunciato che non potrà più avere tra i suoi allievi il figlio del picchiatore. Venerdì verrà messo alla porta non perché le colpe dei padri ricadono sui figli, ma per aver intimato di tacere al mister poi picchiato dal genitore.