All’asta il meme virale della bimba perplessa

Si chiama Chloe Clem, oggi ha 10 anni ma è diventata famosa in tutto il mondo quando ne aveva soltanto 2. La foto sarà venduta come Nft

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di Elettra Bernacchini

ROMA

Si chiama Chloe Clem, oggi ha 10 anni ma è diventata famosa in tutto il mondo quando ne aveva soltanto due: è la protagonista del meme Side-eying Chloe, la bambina che guarda di sbieco un obiettivo, come a dire "Ma... sul serio?". Lo scatto originale del meme va all’asta come NFT, non-fungible token e potrebbe fare la fortuna della famiglia Clem: l’offerta di base è di 15mila dollari.

L’immagine iconica è stata catturata dalla madre, Katie, nel 2013. Aveva organizzato una gita a sorpresa a Disneyland e decise di girare un video per riprendere la reazione di Chloe e sua sorella Lily. Il resto, come si suol dire, è storia: nel filmato, caricato su Internet, si vede l’esatto momento in cui, mentre Lily scoppia a piangere per l’emozione, Chloe restituisce la simpatica espressione che ha fatto il giro del pianeta. Il video ha collezionato a oggi oltre 20 milioni di visualizzazioni, possiamo solo immaginare quante volte il volto di Chloe sia stato ricondiviso. Side-eying Chloe è diventato il meme più popolare e utilizzato per esprimere “preoccupazione“ in una conversazione social: lo sguardo di Chloe, semplice e diretto, è entrato a far parte del patrimonio iconografico digitale del mondo. Nel 2021, la famiglia Clem, che vive nello stato dello Utah (USA), ha deciso di mettere all’asta il meme originale e venderlo come NFT, non-fungible token, una criptomoneta non interscambiabile.

Una criptomoneta è un modo digitale di rappresentare il valore di qualcosa attraverso la criptografia. Più nello specifico, un token non-fungibile è una criptomoneta assegnata univocamente a qualcosa: una sorta di certificazione digitale che, tramite il sistema blockchain – un registro digitale che raggruppa in blocchi una serie di dati in ordine cronologico –, attesta il valore e il possesso di un’immagine digitale. In questo modo, ad esempio, un artista digitale può continuare a detenere il copyright sul suo lavoro e riprodurlo, ma chi compra la sua opera può affermare di possedere l’originale. In soldoni: vendere il meme di Chloe come NFT significa considerarlo un’opera d’arte fisica originale, che al momento è posseduta dalla famiglia Clem. "Con i soldi della vendita – ha detto Katie Clem alla BBC – potremmo mandare Chloe in una buona università". Le aste di opere NFT si svolgono su apposite piattaforme, per pagare si usano sempre criptovalute. L’offerta di partenza per il meme di CHloe è di 5 Ethereum, pari al valore di circa 15mila dollari, quasi 13.000 euro al cambio attuale. Ethereum, nella realtà, è un software per la creazione e il monitoraggio di contratti intelligenti (smart contracts): in pratica, chi usa Ethereum per le transazioni online, stipula con altri utenti dei contratti che hanno un determinato valore monetario. A inizio 2021, un Etherum valeva 4.370 dollari.

Al di là della fortunata sorte di Chloe Clem, la messa all’asta del suo meme è l’ultimo esempio ‘pop’ della rivoluzione che gli NFT stanno portando nel mondo digitale. Un precedente degno di nota è il primo tweet della storia, del fondatore di Twitter Jack Dorsey: venduto all’equivalente di 2,9 milioni di dollari. Pochi mesi fa è avvenuta anche la prima ‘piccola’ truffa legata al mondo degli NFT. Un fan dello street artist Banksy era convinto di aver comprato un NFT originale del suo idolo per oltre 336mila dollari: ha scoperto, poi, che era un falso venduto da un hacker. In questo caso, però, c’è stato un lieto fine: l’hacker ha restituito la maggior parte dei soldi.