Allarme gas, le Borse bruciano 390 miliardi

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I rischi di uno scontro militare in Ucraina che potrebbe coinvolgere la Nato fa realizzare, assieme ad altri ingredienti economici, la tempesta perfetta per i mercati azionari, che da tempo viaggiavano sui massimi e che hanno corretto pesantemente, con Milano che è stata di qualche frazione la Borsa peggiore. Piazza Affari ha chiuso la prima seduta della settimana con l’indice Ftse Mib in ribasso del 4,02% a 25.972 punti. Un ‘lunedì nero’ che, per i 600 titoli maggiori del Vecchio continente, si è tradotto in 386 miliardi di capitalizzazione persi in una sola seduta. Male sono andati tutti settori: i ribassi maggiori sono stati accusati dai titoli informatici, con l’indice europeo del loro comparto che ha ceduto quasi il 6%. Mentre sale la tensione al confine tra Russia e Ucraina insieme ai prezzi del gas europei, Mosca assicura che non ci saranno conseguenze per gli approvvigionamenti del Vecchio Continente in caso di conflitto (il 30% del metano arriva dall’Ucraina). Il Cremlino ha definito "falsa isteria" le ipotesi secondo cui la Russia, in risposta a possibili sanzioni per l’escalation Ucraina, potrebbe interrompere le forniture. "Questo è un altro brillante esempio della finta isteria, che si costruisce attraverso notizie false e provocatorie", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Mosca, "nei momenti più difficili delle sue relazioni con l’Occidente è stata un garante affidabile della sicurezza energetica dell’Europa", ha aggiunto. "La Russia non ha mai dato a nessuno, motivo di dubitare della sua affidabilità", ha ricordato il portavoce del presidente Vladimir Putin (foto). "Osserviamo costantemente la situazione in Ucraina. Siamo in contatto con l’ambasciata e le agenzie di sviluppo regionale che ci hanno confermato che tutto procede normalmente. Abbiamo sentito questa mattina la Zhytomyr regional development agency e ci hanno detto che per ora non ci sono segnali che fanno presagire che qualcosa non va, non c’è un aumento della situazione militare", cerca di tranquillizzare la Camera di commercio italiana per l’Ucraina (Ccipu). "Rimaniamo vigili e al fianco di tutte le aziende che si affidano a noi ogni giorno", concludono dalla Camera di Commercio. I maggiori scambi commerciali tra Italia e Ucraina riguardano i prodotti agricoltura e allevamento, miniere e cave e food and beverage.