Giovedì 18 Aprile 2024

Alla fine contano i buoni propositi (senza certezze)

Riccardo

Jannello

La promessa più ricorrente è quella del pellegrinaggio a un santuario, tipica di allenatori e presidenti di calcio e perfino dei familiari dei marinai mazaresi rilasciati dalla Libia. Hanno onorato la parola data aiutando il proprio fisico a regolare la pressione e abbattere il colesterolo sentendosi più vicini a Dio per pregare liberamente. La promessa era stata pubblica e quindi guai non mantenerla. Per quelle fatte in privato, suvvia, basta poco per convincersi che ci abbiamo tentato fino in fondo e la frase "non è come appare" è la giustificazione più trita che esista. Per quanto riguarda i marinai, bastano le parole di Neruda: "Amo l’amore dei marinai che baciano e se ne vanno. Lasciano una promessa. Mai più ritornano".

Al di là di quelli d’amore, sono i giuramenti dei politici da tenere a debita distanza. Il fact checking dimostra che ciò che i governanti dicono si realizza in minima parte. D’altronde Krusciov ha detto che i politici "promettono di costruire ponti anche quando non ci sono fiumi". Vi siete mai chiesti che cosa sareste disposti a garantire pur di realizzare un sogno o accontentare la persona cara? Le cose più mirabili, perfino un viaggio sulla Luna per poter poi dire che non c’era posto a bordo. "Bisogna avere buona memoria per mantenere le promesse", diceva Nietzsche, ed era la scusa già pronta per dimenticare il fioretto. Sarebbe più bello e onesto non dare mai la propria parola. Solo così, sentenziava Napoleone, si può rispettare.