All’ospedale col viso sfregiato Il gioco folle tra due fidanzatini

Hanno raccontato di essere stati aggrediti. Ma spunta l’ipotesi del torbido rituale rilanciato dal film "Joker"

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di Barbara Calderola

La faccia sfigurata la costringerà sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica. Solo così potrà recuperare il sorriso la ragazzina di 14 anni della Martesana che lunedì si è presentata al pronto soccorso di Cernusco sul Naviglio, Nel Milanese, con due ferite sanguinanti ai lati della bocca. A sfregiarla, con il suo consenso, sarebbe stato il fidanzatino, 17 anni, di Cassina de’ Pecchi. Dietro alla torbida vicenda, l’ombra del "Glasgow smile", pratica comune fra gli hoolingans, i tifosi violenti del Regno Unito, rilanciata dal film Joker del 2019.

È a tutto questo che potrebbero essersi ispirati i due ragazzini. Ma la loro storia è tutt’altro che una sceneggiatura cinematografica. È la tragica realtà rivelata poco a poco dalla coppia di adolescenti. Dopo le incisioni al volto, si sono presentati ai sanitari dell’Uboldo inventandosi l’aggressione di una gang. Hanno sostenuto la tesi con diversi particolari, fragili, però, a un attento esame, La versione della rapina non ha affatto convinto il medico di guardia che – da prassi – ha avvisato i carabinieri, incaricati di fare luce sull’episodio. La delicatissima indagine, coordinata dalla procura minorile di Milano, squarcia il velo su una realtà che fa paura: i due avrebbero deciso di deturparsi a vicenda, una scelta frutto di un gioco terribile. Un episodio estemporaneo, ingiustificato, lontano dalla vita di entrambi, senza problemi di sorta: sono studenti delle superiori con genitori che se ne occupano a tempo pieno. Una vita del tutto simile a quella di migliaia di coetanei. Per questo il colpo è stato durissimo per le famiglie italiane da qualche giorno precipitate in un girone infernale.

La loro esistenza è cambiata lunedì sera dopo la corsa all’ospedale con il cuore in gola e la verità che prende forma: il drammatico copione seguito dai figli. La faccia sfigurata di quella che è poco più di una bambina, lui che avrebbe dovuto sottoporsi alla stessa tortura volontariamente, per mano di lei. Il dolore, il sangue e la scelta di fermarsi. "Una dinamica che sulla carta ricorda la coppia dell’acido – dice Elisa Balconi, sindaco di Cassina e psicoterapeuta –. I due ragazzi mi riportano alla memoria Alexander Boettcher e Martina Levato".