Venerdì 19 Aprile 2024

Alghero abbraccia Puigdemont "Tornerò. E la Catalogna sarà libera"

Bagno di folla per il leader indipendentista dopo la scarcerazione. "Viaggerò ancora, qui mi sento a casa"

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di Riccardo Jannello

ALGHERO (Sassari)

L’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont se ne torna domani in Belgio non senza essersi goduto il bagno di folla che gli ha regalato la comunità algherese, di origine catalana e non, e la Sardegna tutta che vedono nel parlamentare europeo della Junts Pel Sì, che voleva rendere la Comunità autonoma di Barcellona uno stato indipendente, il simbolo del separatismo nel Vecchio Continente. Un eroe e martire per i catalani e per molte comunità secessioniste, un delinquente per Madrid che lo rincorre dal 30 ottobre 2017 con un mandato di arresto che se in patria è sempre valido – e infatti l’ex giornalista non mette piede nella penisola iberica da quel giorno di quasi quattro anni fa - all’estero viene "interpretato" in modo mutevole secondo l’aria che tira nei vari governi nonostante il Tribunale internazionale abbia sospeso l’immunità parlamentare per Puigdemont, accusato in patria di sedizione e ribellione.

Ieri, dopo una sosta a Sassari per discutere con gli avvocati Agostinangelo Marras e Gonzalo Boye sulla strategia in vista dell’udienza per l’estradizione lunedì 4 ottobre ("sarà presente, il caso è morto", dicono i legali), Puigdemont ha passeggiato fra ali di folla ad Alghero dove è in corso Adifolk, la festa della comunità catalana alla quale partecipano anche migliaia di turisti venuti da Barcellona e dintorni che hanno osannato colui che li ha fatti sognare sull’indipendenza dalla Spagna. Qualcuno ha anche intonato l’inno catalano. "Mi sento come fossi a casa mia – ha detto l’ex presidente della Generalitat -, rimarrei sempre qui in mezzo a voi". Il sindaco Mario Canoci lo ha ricevuto in Comune e lo ha stretto in un grande abbraccio al quale si sono unite tutte le forze separatiste sarde inneggiando alla libertà dell’isola e alla difesa della sua cultura contro ogni potere esterno. Puigdemont ha rincarato la dose dopo l’incontro con il primo cittadino di Alghero e i rappresentanti della comunità catalana guidati dal presidente della Generalitat, Pere Aragones, arrivato in nave con mezza giornata di ritardo: "Torneremo ad Alghero come cittadini liberi di una Repubblica libera, in un’Europa più democratica e più unita nei diritti fondamentali. Viva Alghero e viva la Catalogna libera: scrivo queste parole con onore ed emozione infinita nel libro dell’amatissima città di Alghero che ringrazio per la solidarietà dimostrata per la giunta democratica della Catalogna e per la sua libertà".

Quindi, in conferenza stampa accanto alla presidente del Parlamento catalano Laura Borràs, Puigdemont ha dichiarato che "la lotta per la libertà continua e continuerà. Vogliamo un’Europa in cui la libertà d’espressione e il diritto all’autodeterminazione siano dei pilastri fondamentali. Il tribunale di Sassari questo l’ha riconosciuto, mentre la Spagna che non rispetta i diritti politici ha torto. Io voglio questo rispetto perché mi sento un cittadino europeo oltre che un parlamentare".

Politicamente si cerca di stemperare la tensione. La posizione italiana sull’arresto è chiara ("Non potevamo fare diversamente", ha detto il sottosegretario Franco Gabrielli), mentre fonti affermano come anche da Alghero il presidente della Catalogna, Aragones, abbia avuto un colloquio telefonico col primo ministro Pedro Sanchez, che cerca un "dialogo costruttivo" dal quale però deve essere escluso l’indulto a Puigdemont.