Mercoledì 24 Aprile 2024

Alex, trapianto riuscito. "Un’arma in più per salvare i bambini"

Parla il professor Locatelli, che ha guidato l'equipe per l'intervento al bimbo di 20 mesi

Il professor Franco Locatelli e il piccolo Alex

Il professor Franco Locatelli e il piccolo Alex

Roma, 25 gennaio 2019 - "Siamo soddisfatti del percorso trapiantologico del bambino, al momento perfetto». Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica dell’Ospedale Bambino Gesù, commenta non senza emozione, lo straordinario successo della sua equipe.

LA SCHEDA / Alex malato di linfoistiocitosi, la malattia e la terapia innovativa

Professore è la prima volta che questa tecnica viene utilizzata? «No. Alex ha beneficiato di un lungo iter sviluppato a partire dal 2010. Abbiamo trattato in questo modo più di 250 pazienti, ed è il motivo per cui i colleghi inglesi hanno autorizzato il trasferimento del bambino in Italia mesi orsono».

Che orizzonti apre il trattamento? «Abbiamo a disposizione un’arma in più per intervenire nelle situazioni in cui non si trova un donatore perfettamente compatibile, né tra la cerchia dei familiari, né attraverso il registro dei donatori, proprio come accaduto con il piccolo Alex».

Quali pazienti potranno usufruirne? «I bambini affetti da leucemie acute e patologie rare, non neoplastiche, acquisite o genetiche, come ad esempio le immunodeficienze primitive e le talassemie». 

L’età incide sul successo dell’intervento? «Siamo ematologi pediatri e ci occupiamo di pazienti da 0 a 18 anni. In questa fascia d’età le possibilità di riuscita sono le stesse».

Alex lascerà l’ospedale nelle prossime ore. Sono possibili complicanze? «I rischi ai quali i pazienti di questo tipo possono andare incontro dopo la dimissione sono principalmente legati allo sviluppo di complicanze infettive. Per questa ragione il bambino verrà strettamente controllato con periodiche visite nel nostro reparto. Premessa questa nota di cautela, non possiamo però che essere, allo stato attuale, felici per l’evoluzione di questa vicenda così complessa».

Il bimbo potrà condurre una vita normale? «Negli anni certamente, nel prossimo futuro la prudenza deve essere massima perché il suo sistema immunitario ha bisogno di essere riportato a uno stato ottimale»

La tenacia della mamma e del papà di Alex ha avuto un ruolo importante in questa vicenda. «Sono davvero degli ottimi genitori e ci hanno supportato nel nostro lavoro in tutto e per tutto».

L’Italia, anche grazie al vostro impegno, ha dimostrato di essere dimora di eccellenze scientifiche. Cosa direbbe a un giovane ricercatore intenzionato a proseguire la carriera all’estero? «Qui ci sono tutte le possibilità per far valere i propri meriti. Inoltre come italiani dimentichiamo, purtroppo spesso, che il nostro sistema sanitario garantisce l’equità di accesso alle cure per tutti, a prescindere dal censo e dal credo».