Mercoledì 24 Aprile 2024

Alessandria, prof legata alla cattedra e presa a calci

La scena ripresa con gli smartphone (ma subito rimossa). L'insegnante non ha voluto presentare denuncia, i ragazzi, sui 14 anni, 'condannati' a pulire le aule. I genitori: "Non l'hanno legata" Prof legata e presa a calci. Il video sul web, baby bulli sospesi - di VIVIANA PONCHIA LA NOSTRA PROPOSTA / Scuola, un'ora a "lezione di vita 4.0"- di PAOLO GIACOMIN

Studenti, adolescenti, foto generica (Germogli)

Studenti, adolescenti, foto generica (Germogli)

Alessandria, 28 marzo 2018 - L'hanno immobilizzata alla sedia, legandola col nastro adesivo. Poi l'hanno presa a calci e intanto la insultavano e prendevano in giro, mentre qualcuno filmava tutto con lo smartphone e postava su Instagram e il video con le botte e i dileggi girava sulle chat di vari gruppi whatsapp.  E' la scena di un film stile Arancia meccanica? Una rapina in villa con malviventi particolarmente crudeli? Oppure l'inizio di uno stupro? Nulla di tutto questo: teatro della terribile violenza è una classe di prima superiore. La vittima è un'insegnante con qualche problema fisico, gli aguzzini un gruppo di alunni sui 14 anni. Alla fine un altro ragazzo più grande è intervenuto e ha liberato la prof. A riportare la notizia è La Stampa, edizione di Alessandria. In tarda serata i genitori dei ragazzi smentiscono (solo parzialmente) i fatti.

Prof legata e presa a calci. Il video sul web, baby bulli sospesi - di VIVIANA PONCHIA

LA NOSTRA PROPOSTA / Scuola, un'ora a "lezione di vita 4.0"- di PAOLO GIACOMIN

Resta una storia incredibile, che oltretutto non si è venuta a sapere dalle forze dell'ordine perché non c'è traccia di denuncia, mentre nulla sapeva l'Ufficio Scolastico provinciale di Alessandria e Asti, competete sul territorio. L'insegnante vittima forse non ha voluto ingigantire la cosa esponendosi ancora di più. Il giornale racconta che dei video pubblicati online non c'è più traccia: i baby-torturatori li hanno rimossi quasi subito dopo la pubblicazione, forse rendendosi conto di averla fatta grossa e che il caso avrebbe potuto esplodere nell'opinione pubblica.

Alla fine il consiglio di classe, venuto a sapere della vicenda, ha punito, se così si può dire, i responsabili: sospensione dell'intera classe per un mese, ma con obbligo di frequenza e l'aggiunta di 'lavori socialmente utili' . Ovvero durante l'intervallo dovranno svuotare i cestini. Un po' poco, commentano alcuni insegnanti che definiscono la punizione "per nulla esemplare" e chiedono 'pene' più severe.

LA DIFESA DEI GENITORI - E come sempre più spesso accade, i genitori dei ragazzi coinvolti minimizzano le colpe dei loro 'bambini'. In un comunicato diffuso in tarda serata, scrivono che sì, la professoressa sarebbe stata derisa e offesa, ma non legata. E proseguono:  "Vittima questa volta sono i ragazzi, che si sono visti descrivere come delinquenti, sono stati demonizzati ingiustamente. È vero che hanno mancato di rispetto a un'insegnante che per altro ha delle difficoltà fisiche, deridendola e non dando ascolto alle sue richieste, è vero che è intervenuto un ragazzo più grande a riportare ordine, ma è assolutamente falso e infamante che l'insegnante sia stata legata su una sedia, che sia stata presa a calci e pugni la sedia stessa. Come è assolutamente falso che filmati dell'accaduto siano stati postati sui social".

IL PRESIDE - Anche il preside nega che i ragazzi abbiano legato l'insegnante, ma ammette che la donna - una supplente disabile - sia stata derisa e che qualche allievo ha registrato un video della scena, cancellandolo dopo. "Quel giorno era da sola, anche se normalmente era affiancata, per mia decisione, da un'altra insegnante - racconta il preside - Particolarmente timida e un pò impacciata, ha chiesto ad alcuni ragazzi di scrivere alcune frasi alla lavagna. Ne hanno un po' approfittato. C'è stata qualche risata di troppo e qualcuno le ha messo dello scotch nella borsetta dell'insegnante. Nessun l'ha legata e, tanto meno, presa a calci. Qualcuno poi ha ripreso con il cellulare mettendo in rete le immagini, le stesse poi tolte dai social".

Il giorno dopo - racconta ancora - i ragazzi e la docente sono stati convocati. "L'insegnante mi ha detto di averli perdonati, mostrando un atteggiamento quasi protettivo nei loro confronti".