Al volante col foglio rosa Perde il controllo dell’auto e si schianta contro il silos Tre fratelli morti insieme

Le vittime avevano 18, 13 e 9 anni. La sorella maggiore si stava esercitando per la patente. L’incidente nell’azienda in cui lavora lo zio: la macchina ha centrato un pilastro di sostegno.

Al volante col foglio rosa  Perde il controllo dell’auto  e si schianta contro il silos  Tre fratelli morti insieme

Al volante col foglio rosa Perde il controllo dell’auto e si schianta contro il silos Tre fratelli morti insieme

di Maurizio Burnacci

BERTINORO (Forlì-Cesena)

Tre giovanissimi fratelli morti, sepolti dal silos d’un allevamento avicolo che conteneva 20 tonnellate di mangime. Erano tutti e tre dentro un’auto, guidata da Fatima Bougoute, 18enne con foglio rosa, che ha sbandato di colpo finendo contro uno dei tre pilastri di sostegno del silos, che è quindi crollato sulla vettura non lasciando scampo sia alla ragazzina sia ad Osama, maschietto di 13 anni, e alla sorellina, Marva, di 9 anni. La macchina è stata completamente sommersa dal container e dalle tonnellate di mangime che stivava. La procura di Forlì ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità. Scenario della tragedia, l’area esterna di un allevamento di ovaiole, nel comune di Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, in località San Pietro in Guardiano, a ridosso dei comuni di Cesena e del territorio della provincia di Ravenna. I tre ragazzini – coi genitori di origine marocchina – erano i nipoti del custode dell’allevamento e abitavano con la famiglia a Meldola, alle pendici della ValBidente, a una decina di chilometri da Forlì.

Sono le 14.30 di ieri quando s’innesca l’allarme dall’allevamento Casagrande di San Pietro in Guardiano, frazione di Bertinoro di poche centinaia di abitanti; il sito produttivo è fatto da tre edifici lunghi un centinaio di metri che ospita ovaiole, pulcini che vengono fatti crescere per poi essere spediti in altri siti di produzione. La dinamica dei fatti è ancora tutta da chiarire nei dettagli. Da una prima ricostruzione dell’evento, effettuata da carabinieri e vigili del fuoco, sembra che Fatima, da poco 18enne, sia salita sull’auto – non si ancora se fosse dello zio custode – portando con sé Osama e Marva. Fatima da settimane si stava esercitando con la guida. Entro breve avrebbe dovuto sostenere l’esame per la patente. Ieri, per il suo addestramento alla guida, ha portato con sè i suoi fratellini.

A quel punto – sempre dando alle prime conclusioni degli inquirenti – l’auto comincia a circumnavigare i capannoni, percorrendo l’anello asfaltato che cinge l’intera area produttiva. Una rappresentazione ipotetica, non retta da testimonianze dirette, visto che nessuno ha assistito alla tragedia. Poco dopo però Fatima perde il controllo della vettura. Lì vicino, a fianco di uno dei capannoni, si erge un silos alto dieci metri, che nel suo ventre ospita circa 20 metri cubi di materiale, ossia circa 20 tonnellate di mangime. In realtà i silos sono quattro, tutti allineati. La vettura con a bordo Fatima, il fratellino Osama e la sorellina Marva centra in pieno un pilastro di sostegno di uno dei quattro container verticali, la cui struttura cede all’istante, abbattendosi sulla macchina. Seppellendola. E uccidendo sul colpo la ragazzina al volante e i due fratellini.

Immediato scatta l’allarme, innescato dallo stesso zio delle tre giovanissime vittime. Sul posto giungono in pochi minuti ambulanze, mezzi dei vigili del fuoco e carabinieri. Ma per i tre fratelli non c’è più nulla da fare. Tutto sepolti dal silos e dalle venti tonnellate di mangime al suo interno. I corpi sono stati estratti solo in serata, dopo il via libera del magistrato di turno. Drammatiche le scene di strazio della madre delle vittime, arrivate da Meldola a metà pomeriggio (il padre invece è in Marocco). Sgomento in tutta la comunità di Meldola, il paese dove abita la famiglia dei fratelli morti.