Agguato a Foggia, niente funerali per boss e cognato uccisi

La Questura ha disposto una funzione religiosa in forma strettamente privata per Mario Luciano Romito e Matteo De Palma. L'autopsia: contadini inseguiti e giustiziati

Agguato a Foggia, i due contadini uccisi perché testimoni involontari (Ansa)

Agguato a Foggia, i due contadini uccisi perché testimoni involontari (Ansa)

Foggia, 11 agosto 2017 - Niente funerali pubblici per il boss e suo cognato uccisi nell'agguato a Foggia. Come disposto dalla Questura, si è svolta stamani, in forma strettamente privata a Manfredonia, una funzione religiosa per Mario Luciano Romito di 50 anni e il cognato, che gli faceva da autista, Matteo De Palma di 44, entrambi freddati, assieme a due agricoltori incolpevoli testimoni, vicino alla vecchia stazione di San Marco in Lamis mercoledì scorso. Si svolgeranno invece alle 16 di oggi nella chiesa della Collegiata, a San Marco in Lamis, dove è stato proclamato lutto cittadino, i funerali per Aurelio e Luigi Luciani, i due fratelli uccisi dai killer.

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Nel Gargano e un po' in tutta la provincia di Foggia proseguono controlli e perquisizioni dei carabinieri impegnati nelle indagini sull'agguato di mercoledì scorso. Intanto si sono appresi i primi risultati delle autopsie. Stando ai rilievi Romito sarebbe stato ucciso con due colpi alla nuca e analogamente il cognato è stato colpito sempre alla nuca da un colpo sparato da un'arma lunga, probabilmente un fucile. Sono invece stati inseguiti e ammazzati con ferocia i due contadini uccisi perché testimoni dell'assassinio. I fratelli - è emerso dalle autopsie - sono stati ammazzati dai killer con colpi sparati con il fucile d'assalto AK 47 Kalashnikov: Aurelio Luciani che aveva tentato di fuggire uscendo dall'auto, è stato raggiunto da due colpi al fianco e uno al gluteo; il fratello Luigi è stato ucciso con due colpi alla testa e uno alla nuca.

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"Sono morti da innocenti, non si può morire così. La sola colpa di mio marito è stata quella di andare a lavorare e di spaccarsi la schiena tutte le mattine". Sono le parole di Anna, psicologa e professoressa in una scuola media del paese, che racconta: "La settimana scorsa io e Luigi stavano organizzando la festa per il primo compleanno di nostro figlio; oggi, invece, mi ritrovo a dover scegliere la bara per mio marito. Non si può morire da innocenti, non si può morire così". "Come faccio - si chiede - a metabolizzare un lutto così violento? Come faccio a spiegare ai miei figli quanto accaduto al loro papino. Un'intera famiglia è distrutta. Mia cognata è distrutta. Ad ottobre darà alla luce la bambina che non conoscerà mai il padre".

Vittorio, il più grande dei quattro fratelli della famiglia Luciani ieri sera ha chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che si è recato a San Marco in Lamis e ha incontrato le famiglie dei due contadini ammazzati dai killer, "di non abbandonare le due mogli". "Siamo disperati. - ha detto - Non abbandonate queste due donne, queste due mamme che hanno perso tutto". Antonio, l'anziano padre di Luigi e Aurelio Luciani, continua a tenersi la testa tra le mani: anche oggi è una giornata di dolore e lacrime. "Dov'è lo Stato per la gente che lavora onestamente?", continua a chiedere ripetutamente ai politici che vanno a porgere le condoglianze alla famiglia.