Afroamericano ucciso dalla polizia Il video choc del pestaggio a morte Proteste e cortei negli Stati Uniti

Memphis, il 29enne ha atteso l’ambulanza per 21 minuti. Licenziati e incriminati i cinque agenti coinvolti

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di Giampaolo

Pioli

Orribile. Davvero agghiacciante. Di una violenza gratuita e inaudita. Il video sul massacro di Tyre Nichols a Memphis, ad opera di cinque poliziotti di colore, ha già fatto il giro del mondo seminando raccapriccio e incredulità sui metodi brutali della polizia americana. Contro George Floyd nel 2020 erano stati poliziotti bianchi. Ma la brutalità è la stessa anche se a commetterla questa volta sono stati agenti neri nei confronti di un giovane pure lui di colore, preso a calci e pugni come se la sua testa fosse un pallone. Gli agenti appartenevano tutti alla cosiddetta “Scorpion unit”, una delle tre unità speciali istituite dal dipartimento di polizia di Mephis poco più di un anno fa, addestrati con la mano pesante per gli arresti difficili, allo scopo di tenere le strade della città sicure e rassicurare i cittadini contro gli aumenti del crimine e della droga. La “Scorpion Unit” di colore però poche sere fa si è trasformata in uno “squadrone della morte”. Ha ucciso a sangue freddo con calci e pugni in testa, nei genitali e allo stomaco un ragazzo nero che urlava "mamma" mentre lo colpivano per tre minuti di seguito a poche decine di metri da casa dopo averlo fermato a uno stop.

Il presidente Biden ha visto il video e si è detto "sconcertato dalle immagini, è un’ulteriore prova del disagio che i giovani americani di colore e le loro famiglie provano". Sarà l’autopsia a stabilire l’esatta causa della morte, se sono stati i calci e i pugni alla testa o allo stomaco che hanno provocato una emorragia interna. La polizia è sotto accusa anche per la lentezza dell’arrivo di un’ambulanza per il soccorso immediato a Nichols. Su richiesta del sindaco di Memphis tutte le “Scorpion unit” sono state smobilitate ed è stata avviata un’inchiesta sull’attività e sui loro metodi che altre volte avevano suscitato le proteste della popolazione che invece avrebbero dovuto difendere.

In molte città degli Stati Uniti venerdì sera dopo la messa in rete del video è scesa spontaneamente nelle strade da New York a Boston, da Los Angeles a Chicago e Minneapolis per protestare contro questo nuovo atto di brutalità. I cinque agenti sono stati subito licenziati e accusati di omicidio. Rimangono in carcere senza cauzione fino al processo. A Times Square, a Manhattan, ci sono stati venerdì sera anche tre arresti e a San Francisco due ma i cortei per il resto sostanzialmente pacifici e non violenti non hanno preso di mira negozi vetrine o banche come invece era successo ad Atlanta ad opera di un gruppo anarchico la settimana scorsa.

In lacrime, la madre di Tyre Nichols, che lavorava come corriere per FedEx, aveva supplicato attivisti e dimostranti: "Il miglior modo per onorare e protestare per la morte assurda di mio figlio sono le marce pacifiche".

Il comandante della polizia di Memphis, Cerelyn Davis, che è stata la creatrice delle “Scorpion unit”, ha ammesso l’esistenza di queste squadre speciali mandate a pattugliare come effetto deterrente ma non ha esitato a licenziare in tronco i cinque poliziotti di colore autori del massacro e accusati adesso di omicidio di secondo grado e sequestro di persona.

Il fatto che sia stata un’unità speciale composta di soli agenti di colore a macchiarsi dello stesso crimine dei poliziotti bianchi accusati di discriminazione nei confronti della popolazione nera e degli ispanici, non smorza i temi e razziale che covano sottopelle anche di persone che vestono l’uniforme della polizia. Non è un problema di Mmephis, Minneapolis, Los Angeles o New York. È un problema americano che riaffiora: il problema della violenza politica, di strada, delle forze dell’ordine, culminata peraltro due anni fa con l’assalto al Congresso americano.