Giovedì 18 Aprile 2024

Affonda il piano di pace italiano Mosca: "Si rischia la guerra totale"

L’ex presidente Medvedev: "È basato su fake ucraine". Chiusura totale sulla restituzione di Donbass e Crimea

di Alessandro Farruggia

Il piano di mediazione italiano non piace ai falchi di Mosca. Dmitry Medvedev – già presidente e premier russo, oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza della Federazione Russa – ha sparato ad alzo zero sulla proposta di pace presentata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio al segretario generale delle Nazioni Unite e agli alleati: "È un piano irrealistico, basato su fake ucraini e porterebbe a una guerra totale".

Piano colpito e affondato? Parrebbe, ma a Roma non hanno perso tutte le speranze. Fonti della Farnesina sottolineano che il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, è stato assai meno netto: "Non lo abbiamo ancora visto – ha in effetti detto ieri Peskov nel breafing quotidiano – speriamo che attraverso i canali diplomatici venga portato alla nostra attenzione e saremo in grado di esaminarlo". Questo secondo i nostri diplomatici significa che la porta non è chiusa del tutto, ed è possibile almeno a un rilancio.

Certo, Medvedev è stato durissimo. "Il piano italiano – ha detto – non tiene conto della realtà ed è un puro flusso di coscienza dei grafomani europei. Ho la sensazione che non sia stato preparato da diplomatici, ma da politologi locali che hanno letto i giornali di provincia e che sia basato su menzogne ucraine". In particolare Medvedev contesta il proposto "status neutrale dell’Ucraina" e "l’adesione senza ostacoli alla Ue", il mantenimento del Donbass in Ucraina pur se con una ampia autonomia, e ancora di più il ritorno della Crimea a Kiev. Su questo punto la chiusura è totale. "È una assoluta scortesia alla Russia, una minaccia alla sua integrità territoriale e sembra un pretesto per iniziare una guerra totale – ha detto Medvedev – . Non c’è e non ci sarà mai una forza politica in Russia che accetterebbe anche solo di discutere il destino della Crimea, sarebbe un tradimento nazionale". Da notare che lo stesso presidente ucraino Zelensky aveva escluso nel discorso di ieri notte che il suo paese pensi di riconquistare militarmente la Crimea: "Una operazione del genere potrebbe causare centinaia di migliaia di morti".

"L’Italia con il suo documento di lavoro dimostra che sta lavorando per la pace. Quando la Russia fa una dichiarazione del genere – ha replicato il ministro Luigi Di Maio – non sta invece dimostrando di volere la pace: l’impressione è che proprio perché dobbiamo portare la Russia al tavolo serve un piano per costruire maggiore dialogo fra le due parti. In questo momento non ci sono le condizioni per una pace ma è proprio questo il motivo per cui l’Italia ha costruito un documento di lavoro per un percorso verso la pace che è ancora allo stato embrionale, e che ha l’ambizione di arrivare a una nuova Helsinki. Ma ci vorrà tempo. Si deve partire da un gruppo di facilitatori internazionali, che medi tra le parti, e che favorisca il dialogo. Intanto per dei cessate il fuoco localizzati, lo sblocco del grano nei porti o lo scambio di prigionieri, tutte misure che aumentano la fiducia tra le parti. Poi si potrà pensare a una trattativa più ampia".

Le trattative dirette tra ucraini e russi sono di fatto congelate e l’impressione della comunità internazionale è che entrambi vogliano prima vedere come si concluderà la battaglia del Donbass. Solo uno stallo senza una vittoria chiara da parte di nessuno potrebbe far crescere la convinzione che è meglio aprire un tavolo di trattativa. Ma in linea di massima, a meno di clamorose avanzate russe, si parla di dopo l’estate.