Martedì 16 Aprile 2024

Affitti insostenibili, studenti sulle barricate. Il governo cerca posti letto per calmierare i prezzi

Milano la più cara: per la singola si spendono 628 euro al mese. Proteste in tenda a Roma. Il Ministero usa i fondi del Pnrr per creare 60mila sistemazioni da offrire con lo sconto del 15%

C’era una volta la bassa stagione. Ebbene sì: non solo le stanze degli alberghi, ma anche quelle destinate agli studenti universitari erano più o meno convenienti a seconda del periodo dell’anno. Care a settembre, quando orde di matricole assaltano le bacheche degli annunci; più accessibili in primavera. Non è più così. Il mercato è impazzito, i prezzi corrono senza requie. I ragazzi montano le tende in segno di protesta e il governo apre la caccia a nuovi posti letto da offrire a importi calmierati.

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La protesta delle tende

L’emergenza, infatti, colpisce le tasche. Secondo l’analisi di Immobiliare.it Insights, a Milano, la città più cara, una singola costa in media 628 euro al mese nonostante siamo in primavera inoltrata: il 6% in più rispetto all’inizio dell’anno accademico. Non a caso l’idea della protesta delle tende viene partorita proprio nel capoluogo lombardo. Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico si è accampata per giorni davanti all’Ateneo con il fine di "accendere la luce sul problema". Bersaglio centrato. La solidarietà alla giovane è arrivata da ogni lato, dopotutto è gratis. E il sindaco Beppe Sala ha convocato per domani un tavolo con ragazzi e rettori "per capire cosa si può fare". "Ma la questione – aggiunge – sta diventando nazionale". Lo è già. A Roma gli studenti della Sapienza hanno piazzato le tende davanti al Rettorato. "La situazione abitativa è allarmante – lamentano –, gli appartamenti disponibili costano in media 500 euro e i fuorisede sono 40mila, un terzo del totale".

Affitti alle stelle ovunque

Il copione è lo stesso anche altrove. A Bologna per una singola si spendono 467 euro al mese, a Firenze 433, a Modena 415. I posti letto in doppia, comunque meno gettonati, quasi la metà. Ma anche in questo caso gli importi sono più esosi rispetto alla cosiddetta alta stagione.

Cause vecchie e nuove

Le cause sono più di una. Nelle città d’arte, in particolare, pesa la concorrenza degli affitti brevi. In generale, il fenomeno si spiega facilmente con la legge del mercato: la domanda di alloggi è superiore all’offerta. Nello specifico, però, qualcosa è cambiato. "Se in precedenza la stanza era considerata una sistemazione temporanea ad uso dello studente fuorisede – spiega Carlo Giordano, board manager di Immobiliare.it –, ora nelle grandi città ha spesso cambiato la sua funzione: data la crescita dei prezzi di affitto, difficilmente affrontabili anche da chi lavora, la singola è diventata la sistemazione più gettonata tra i giovani al primo impiego". "Questa richiesta – conclude – ha portato il mercato fuori dalla logica di stagionalità universitaria che da sempre lo ha contraddistinto".

Il piano del governo

Un mercato sul quale ora il governo prova ad incidere dal lato dell’offerta. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza mette a disposizione circa 1 miliardo di euro per incrementare il numero dei posti letto. "Ne sono stati già creati 8.581", fa sapere il Ministero dell’Università. Altri 52.500 dovranno essere trovati entro il 2026. Trovati, appunto, perché tre anni sono pochi per costruire studentati dalle fondamenta. Nelle prossime ore sarà lanciata una manifestazione di interesse per mappare gli immobili pubblici inutilizzati da riconvertire. I bandi, comunque, coinvolgeranno anche i privati che vorranno mettere a disposizione le loro proprietà. Le modalità per incentivarli a farlo non sono ancora state valutate. Anche a questo scopo, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato un decreto che istituisce un gruppo di lavoro interministeriale. Ai tecnici, in particolare, è stato chiesto di "individuare il costo medio calmierato per ogni posto letto a livello territoriale, tenendo conto dei valori di mercato di riferimento, delle tipologie degli immobili e del livello dei servizi offerti". Cifra che sarà ridotta del 15% per determinare il costo finale del posto letto. Tradotto in soldoni, i fortunati che se ne accaparreranno uno a Milano, ad esempio, risparmieranno ogni mese 94 euro se in singola o 45 se in doppia. Se ciò servirà anche a determinare un calo generale dei prezzi, è tutto da vedere.