Aeratori nelle scuole "Pochi fondi, spesi per altro"

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ROMA

Gli impianti di aerazione nelle scuole? Sono stati finanziati con una posta di bilancio straordinaria che prevedeva anche altri interventi. E la stragrande maggioranza delle scuole hanno preferito altro. È questa la verità dietro gli aeratori (in larga parte) fantasma. "Nel decreto Sostegni del 22 marzo 2021 – ha spiegato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – abbiamo dato risorse per gli impianti di aerazione e le scuole sulla base della loro autonomia hanno scelto su cosa investire.". E spesso – in un contesto di coperta corta – hanno scelto altro.

Il decreto, all’articolo 31, prevede sì uno stanziamento di 150 milioni di euro per acquistare "dispositivi e materiali di protezione individuale e degli ambienti nonché di ogni materiale il cui impiego sia riconducibile all’emergenza Covid". Quindi dalle mascherine al gel agli aeratori. Ma i fondi possono essere utilizzati anche per "assistenza psicologica e pedagogica", per "servizi medico-sanitari volti a supportare le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza e nelle attività inerenti alla somministrazione di test diagnostici" e per il "potenziamento della attività di inclusione degli studenti con disabilità". Di tutto. E i fondi sono solo 150 milioni di euro: che può parere tanto ma diviso per i 42 mila plessi scolastici italiani fa 3.571 euro a edifico. Pochissimi.

"Un aeratore – osserva il professor Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi – costa almeno 500 euro. Almeno. Per una classe ce ne vogliono normalmente due. In un istituto medio grande, con 50 classi e 10 altri locali ce ne vogliono 120, cioè servono 60 mila euro. Di solito molto di più di quanto spetta ad ogni scuola. Non solo. Per mettere gli aeratori è necessario verificare il wattaggio della scuola e poi pagare le bollette, il che è di competenza degli enti locali: comune per elementari e medie e provincia o città metropolitana per le superiori. Che raramente se ne sono interssati". Chiarissimo. "Il mio istituto, che ha 1.100 studenti – osserva la professoressa Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico Newton di Roma – ha ricevuto circa 45 mila euro, che non bastano certo per un istituto come il nostro, neppure se fossero finalizzati ad acquistare esclusivamente impianti di aerazione". E poi "sono mancate linee guida chiare su quali apparecchi acquistare e un coordinamento con gli enti locali ai quali sono in capo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. E il risultato che di aeratori, con quei 45 mila euro, non ne abbiamo acquistato neppure uno".

Alessandro Farruggia