Adesso basta Scattiamo via dall’ignoranza

Leo

Turrini

E se la smettessimo di essere un Paese con la testa sempre girata all’indietro? E se questa nostra patria (esatto: patria, una parola bellissima, come il comunista Enrico Berlinguer ebbe a dire a Enzo Ferrari, nazionalista convinto) la piantasse di dar retta ai fantasmi retrogradi figli di un fastidio assurdo nei confronti di chi, semplicemente, ha origini diverse ma non per questo è meno italiano di noi che siamo nati qui da genitori che già erano nati qui?

E insomma, basta. Stasera, in una partita di calcio che vale la qualificazione alla fase finale degli Europei, il ct azzurro Roberto Mancini schiera al centro dell’attacco tale Retegui, venuto al mondo nella remota Argentina, bis o trisnipote di un antenato che attraversò l’oceano più di un secolo fa. Naturalmente, se Retegui firmasse il gol buono per battere l’Inghilterra, eh, nessuno troverebbe qualcosa da obiettare. Così come nessun purista si lamentò nel 2006, quando l’oriundo Camoranesi contribuì all’ultimo trionfo mondiale dell’Italia, sia pure non cantando l’inno di Mameli (non se la sentiva, venendo dalla Argentina. Oppure, chissà, era stonato…).

Allora e appunto, qui non si capisce per quale accidente di motivo il neo primatista italiano (esatto, italiano) della maratona, il bravissimo Iliass Aouani, sia stato sommerso di contumelie sul web, sui social, insomma nell’infernale mondo osceno della cloaca Internet. Siccome corre a piedi e pure forte, ma ha genitori marocchini, si discute sulla legittimità ’tricolore’ del suo record. Ecco, per favore: basta. Basta con questo carnevale pseudo identitario che offende il buon senso nonché la storia dello sport, se allo sport vogliamo attenerci.

Nel 2014 la Germania vinse il mondiale di calcio, schierando tedeschi neri come il carbone e vantandosene pure. Idem la Francia nel 1998: Zidane era nord africano, Karembeu veniva dalla Nuova Guinea, Djorkaeff aveva una mamma armena… Potremmo finalmente guardare avanti, invece che indietro?