Martedì 23 Aprile 2024

Addio roccaforti rosse Dall’Emilia alla Toscana, il centrodestra ora spera Due anni per la conquista

La maggioranza lancia il guanto di sfida al centrosinistra, tutto è contendibile. Più che le Europee 2024 occhi puntati sulle prossime amministrative. Il sogno di Meloni e alleati: prendersi le ultime regioni governate dal Pd.

di Pierfrancesco

De Robertis

La disputa sulla nomina del commissario per la ricostruzione in Emilia-Romagna e sugli esiti delle amministrative di questo maggio altro non sono che il prodromo di una campagna d’Italia che si consumerà in parte alle Europee e forse ancor più alle amministrative del 2024’25, e che ridisegneranno il quadro politico per i prossimi anni. E che d’altra parte il programma sia questo lo ha fatto capire Giorgia Meloni, commentando due sera fa l’esito dei ballottaggi. "Non esistono più le roccaforti", ha detto la premier, lanciando il guanto di sfida ed evidenziando bene l’esito della posta in gioco. Le amministrative prossime si giocheranno infatti in buona parte in territori da sempre feudo rosso, la ridotta appenninica che a questo punto per il Pd assomiglia a una "linea gotica" dove ogni piazza è diventata pienamente contendibile, e che avranno sicure conseguenze, positive o negative, sulla segreteria Schlein: D’Alema nell’aprile 2000 lasciò il governo per un turno regionale andato male, Veltroni si dimise da segretario Pd nel 2009 dopo la sconfitta in Sardegna. E parliamo della Sardegna, non certo dell’Emilia-Romagna o della Toscana.

La battaglia sulla linea gotica non è ancora principiata, ma si stanno già iniziando a sistemare le truppe. La guerra sul commissario in Emilia-Romagna è uno di questi momenti. Ecco spiegato il motivo per cui dopo una cautela iniziale, anche Fratelli d’Italia si sta orientando verso una soluzione che escluda il governatore Bonaccini dall’impiego diretto (e dai fondi) per la ricostruzione, ecco il motivo per cui con una scusa o con un’altra la nomina sta ritardando e al di là delle apparenze i toni tra Bonaccini e il governo si stanno scaldando (vedi ieri lo scorbutico intervento del ministro Musumeci che rimarcando l’assenza del governo alla visita di Mattarella ha di fatto accusato il governatore di voler fare da sé). Troppo importante nella tela del centrodestra l’Emilia-Romagna, dove si vota all’inizio del ’25, dove l’obiettivo sorpasso era già stato vagheggiato nel 2020 (salvo qualche scampanellata di troppo), e dove lo scorso settembre alle politiche il centrodestra ha superato il centrosinistra (898mila contro 829mila, 5S e Terzo polo a parte).

Ma l’Emilia-Romagna arriverà dopo altri fondamentali turni amministrativi, in Toscana e in Umbria. In Toscana a maggio prossimo votano Firenze, Prato e Livorno. Sbagliare lì vorrebbe dire per il Nazareno richiare una pericolosa deriva effetto “palla di neve“. Il cappotto toscano subito in questo turno complica il quadro, perché l’attuale segretario regionale, lo schleinianissimo Emiliano Fossi, è uscito ammaccato dal 3-0 rimediato in casa a Campi Bisenzio, e certamente avrà molta meno forza per imporre temi (vedi aeroporto fiorentino) e uominidonne di suo gradimento, sia nel capoluogo sia in Regione l’anno successivo. Con ogni probabilità un sostanzioso compromesso col fronte riformista sarà inevitabile, forse anche con l’odiatissimo Renzi (a settembre scorso la candidata del Terzo polo, Lucia Annibali, nel comune di Firenze ottenne ben il 13%, percentuale che può fare la differenza).

In autunno ’24 ci sarà l’Umbria, che nel novembre 2019 fu strappata da Salvini alla sinistra, ma storicamente è regione super-rossa, di quelle in cui andavano ai ballottaggi uno dei Ds e uno di Rifondazione. Un nuovo tonfo anche lì aumenterebbe l’effetto palla di neve di cui sopra. Il voto alla Camera a settembre 2022 (centrodestra 199mila voti, centrosinistra 117mila con 5S e Terzo polo a parte) e la navigazione relativamente tranquilla della governatrice Donatella Tesei non promettono nulla di buono per i Dem.

Si arriva così dritti all’inizio del ’25, e all’Emilia-Romagna, di cui abbiamo parlato, anticipo dell’altra grande sfida nell’ultima regione rossa, la Toscana, prevista per l’autunno del ’25. Appuntamenti che paiono lontani, ma che sono già nei radar dei politici. Tutti, gli uni e gli altri, ci si stanno avvicinando con la consapevolezza che non ci sono più roccaforti.